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Sarri: “Higuain alla Juventus? Quando l’ho saputo lo avrei sbranato”

A distanza di mesi dall’addio dell’argentino, il tecnico del Napoli ricorda quei giorni di rabbia: “Mi sarei aspettato la Premier League, ma non la Juventus”.
A cura di Alberto Pucci
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La ferita si sta cicatrizzando lentamente e spesso brucia ancora. L'addio del "Pipita" al popolo napoletano, non è certo passato inosservato e più volte ha generato polemiche, accuse e sfottò più o meno condivisibili. Dopo le recenti parole del diretto interessato nei confronti di Maurizio Sarri, è stato proprio il tecnico partenopeo a prendere la parola e a raccontare il "tradimento" di Higuain: "Quello della sua partenza è stato un momento brutto, mi potevo aspettare la Premier, non la Juventus – ha spiegato Sarri nell'intervista rilasciata per il programma "Mister Condò" di Sky – La sua scelta ha reso più pesante l'abbandono e per un po' non l'ho voluto neanche sentire. Ultimamente le cose sono cambiate. Gonzalo è come un figlio che ti fa arrabbiare, lo sbraneresti per qualche giorno, ma resta pur sempre un figlio. Ha fatto una scelta discutibile, ma questo non significa che non sia una persona a posto".

Le carezze di Sarri

Dopo gli abbracci dello scorso ottobre, in occasione della sfida tra Juventus e Napoli allo Stadium, tra Sarri e Higuain è tornato il sereno. Lo stesso argentino, pochi giorni fa, ha confermato tutto l'affetto nei confronti del suo ex allenatore: "Per me è un po' come un padre. Lui sa che le cose restano e a Napoli ho passato un periodo bellissimo". Parole al miele che non hanno fatto passare la rabbia ai tifosi del San Paolo: ancora arrabbiati con lui e impazienti di accoglierlo con gli inevitabili fischi quando tornerà a Napoli. "A Gonzalo tengo molto, con me ha fatto cose straordinarie – ha continuato il tecnico – E' un ragazzo particolare, ha bisogno di certe cose per rendere al meglio. Di lui ho sempre detto che è il centravanti tipico più forte del mondo e che deve pretendere tanto da se stesso. In allenamento i miei erano più rimproveri che elogi, ma pubblicamente lo elogiavo".

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