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Sarri e il retroscena in Lazio-Napoli: “Fate qualcosa o ce ne andiamo”

Il tecnico azzurro, dopo gli ululati razzisti nei confronti di Koulibaly e gli insulti ai tifosi napoletani, si era dimostrato pronto a ritirare la sua squadra dal campo se non fossero stati presi provvedimenti.
A cura di Marco Beltrami
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Le immagini relative allo stop imposto dall’arbitro Irrati ai calciatori di Lazio e Napoli per i cori razzisti nei confronti di Koulibaly ai tifosi di casa, hanno fatto il giro d’Europa. Il giudice sportivo ha deciso di punire la Curva Nord dell’Olimpico con la chiusura per due turni, oltre ai 50 mila euro di ammenda alla Lazio per i suddetti cori, più altri 15mila per espressioni irriguardose nei confronti dei tifosi avversari. Tutto il mondo del calcio, oltre astringersi intorno al centrale difensivo della capolista della Serie A, ha apprezzato e non poco l’operato di Irrati che con fermezza e decisione ha fermato provvisoriamente il gioco per 4’ minacciando di sospendere la partita in caso di  nuovi ululati razzisti nei confronti di Koulibaly.

Sarri era pronto a ritirare la squadra

Due giorni dopo l’accaduto e alla vigilia del nuovo turno di campionato emergono nuovi particolari sull’episodio che ha contraddistinto Lazio-Napoli. Secondo quanto riportato infatti da “La Stampa” e il “Corriere dello Sport”, l’allenatore della formazione partenopea durante il match pare abbia avvertito arbitri e funzionari presenti a bordo campo con un perentorio: “O fate qualcosa voi, oppure ce ne andiamo noi”. Parole forti quelle di Sarri indirizzate a dimostrazione di una volontà di reagire con decisione agli insulti razzisti arrivati dalla curva avversaria.

La decisione del funzionario della Questura

Il direttore di gara dal canto suo avrebbe manifestato la volontà di sospendere la partita addirittura in maniera definitiva: una decisione che sarebbe dovuta spettare al funzionario della Questura presente a bordo campo. Quest’ultimo prendendo in considerazione l’accaduto ha deciso di far proseguire il match per motivi di ordine pubblico.  Una volontà che il quarto uomo ha comunicato ad Irrati che dopo lo stop ha così fatto riprendere le ostilità, lanciando comunque un segnale forte.

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