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Sarri alla Juventus: inizia l’era del bel gioco, con l’obbligo di vincere tutto

Tre anni di contratto, il saluto al Chelsea e il ritorno vicino a casa, per allenare l’eterna rivale, la Juventus. Maurizio Sarri ha scelto la via più complicata per confermarsi tecnico tra i migliori del momento: dovrà continuare a vincere, ma attraverso il gioco. Non solo in campo ma contro lo scetticismo degli juventini e la rabbia dei napoletani.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' stato un mese di voci, conferme e smentite, gossip  e misteri, ma alla fine la Juventus ha avuto il suo nuovo allenatore: Maurizio Sarri, il 60enne tecnico toscano che ha già preso il posto di Massimiliano Allegri, con l'eredità pesante di cinque scudetti consecutivi e due finali di Champions League. L'ufficialità è arrivata solo dopo che aveva raggiunto l'accordo con il Chelsea per la risoluzione consensuale del contratto (con scadenza 2021) salutando Londra con un'eccellente stagione grazie al terzo posto in Premier League e alla Finale di Coppa di Lega, ma soprattutto alla vittoria dell'Europa League in finale contro l'Arsenal.

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Per i prossimi tre anni, dunque uno in più rispetto al Chelsea, fino al 30 giugno 2022, Sarri guiderà la Juventus, lasciando Londra quando si è reso conto di non avere più l'appoggio dello spogliatoio e della società, senza ascoltare gli ultimi tentativi di Abramovich. Il Chelsea ha spiegato di aver "raggiunto un accordo per la risoluzione anticipata del contratto di Sarri su sua richiesta" perché il tecnico ha chiarito al club quanto fortemente desiderasse tornare nel suo paese, spiegando le sue ragioni di voler tornare a lavorare in Italia.

Conquistare i tifosi della Juventus

Sarri adesso è in bianconero vestito alla guida di quella Juve che fino a due anni fa era ‘la nemica' da battere, che aveva condannato il Napoli a perdere uno scudetto in albergo nella sera di Firenze, a capo di una tifoseria alla quale mostrò il dito medio sul pullman. E' per questo che non sarà facile per il tecnico toscano conquistare i tifosi della Juve, così come non sarà per nulla facile farsi perdonare dai tifosi del Napoli costretti ad accettare la decisione di Sarri di andare ad allenare gli eterni rivali.

Farsi perdonare dai tifosi napoletani

A Napoli Sarri era ormai diventato un simbolo di una città e di una tifoseria da sempre in cerca di rivalsa contro le grandi del Nord e in primis la Juventus. Il ‘Sarrismo', ‘l'andiamo a prendere il palazzo', erano ormai diventati una vera e propria ragione di vita per i tifosi azzurri: arrivare dietro l'eterna prima bianconera era una sorta di vanto e conquista, non di fallimento.

La missione finale: vincere divertendo

Con la scelta di Sarri è chiaro che la Juventus vuole dare una svolta al proprio gioco, dopo un anno di polemiche sotto la guida di Allegri, per lanciare l'assalto a quella Champions League che manca da Torino da oltre vent'anni. Il potenziale offensivo è già in rosa con Cristiano Ronaldo, Paulo Dybala, Mario Mandzukic e Douglas Costa, senza dimenticare gli azzurri Federico Bernardeschi e Moise Kean. Aggiungendo probabilmente quell'Higuain che a Napoli, sotto Sarri fece innamorare tutti. Anche attraverso il Pipita potrebbe aprirsi un nuovo ciclo bianconero: di vittorie e di bel gioco.

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