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San Siro, il sindaco Pisapia chiede 5 milioni di euro a Inter e Milan

Le due società milanesi sono state chiamate in causa dal comune di Milano, per oltre 4,7 milioni di euro per vecchie tasse non pagate sui rifiuti del “Meazza”.
A cura di Alberto Pucci
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In attesa che lo stadio di San Siro si trasformi nel salotto tanto desiderato dai due club e dall'Uefa, che a maggio del prossimo anno farà arrivare nel capoluogo lombardo i tifosi delle due finaliste di Champions League, Inter e Milan dovranno risolvere un problema non di poco conto sorto con il Comune di Milano e con Equitalia. Il motivo di tale contenzioso è da ricercarsi nel mancato (o parziale) pagamento della Tarsu, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, relativa allo stadio "Meazza" e agli anni che vanno dal 2000 al 2004. La società che gestisce l'impianto (la M-I Stadio, di proprietà dei due club) si è, infatti, vista recapitare una cartella esattoriale per 2,83 milioni e ha anche dovuto abbassare la testa, davanti alla decisione della commissione provinciale, dopo che il contenzioso tributario avviato contro la stessa Equitalia e nei confronti di Palazzo Marino è stato respinto.

Il danno e la beffa – Oltre ai quasi tre milioni iniziali, che M-I Stadio sta pagando a rate, si sarebbe aggiunta anche la somma di 1,9 mln relativa al periodo 2007-2012. Un danno economico ulteriore che i due club hanno rigettato e portato ancora davanti alla commissione regionale. In attesa di sviluppi, resta così sul tavolo un ammontare complessivo di quasi 5 mln di euro che graverà sui bilanci di M-I Stadio: già pesantemente colpiti da una perdita di 6 milioni (ripianata dalle due società milanesi), calcolata dopo la chiusura di bilancio al 30 giugno 2015. Per Inter e Milan un "regalo" di Natale inatteso e non desiderato, che ha causato un certo irrigidimento verso le istituzioni milanesi e verso Equitalia: colpevole, secondo i due club, di aver inviato cartelle a tariffa "piena" nonostante le precedenti convenzioni economiche concesse. M-I Stadio, infatti, aveva sempre pagato le imposte sulla base di un accordo particolare che teneva conto di tariffe agevolate concordate con il Comune di Milano.

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