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Sampdoria, furia Mihajlovic e allenamento sospeso

Il serbo non ammette distrazioni in vista della sfida di San Siro contro il Milan e ferma l’ultimo allenamento davanti ai titolari che soccombono sotto le riserve.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il periodo è di quelli no, tra sconfitte e voci di mercato che costantemente si susseguono e rischiano di mettere in difficoltà un ambiente che ha fin qui fatto bene, sorprendendo e confermando ottime possibilità di crescita. Per la Sampdoria è arrivato il momento di stringere le fila non certo di mollare la presa visto che il traguardo della Zona Europa è più che raggiungibile e servirebbe come volano per costruire un progetto a lungo termine. Per questo, Mihajlovic pretende il massimo e oltre sia in campo sia durante la settimana e le ultime che arrivano dal campo di allenamento dei blucerchiati evidenziano il momento di difficoltà che sta attraversando tecnico e gruppo.

L'allenatore serbo è infatti sbottato contro i propri giocatori durante l'ultima seduta in preparazione della delicatissima gara in trasferta a San Siro contro il rinato Milan di Inzaghi reduce da due vittorie consecutive. La Sampdoria invece arriva dalla brutta sconfitta contro la Fiorentina e non può permettersi alcun ulteriore passo falso. Durante la seduta odierna, il tecnico così ha provato la formazione che potrebbe essere quella titolare da contrapporre a Menez e compagni. Il solito 4-2-3-1 con Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Mesbah; Palombo, Obiang; Eder, Soriano, Eto'o; Okaka. Un undici quasi confermato in toto ma che ha fatto infuriare Mihajlovic in occasione delle partitelle contro le seconde linee. Troppi i gol incassati tra ieri e oggi dai titolari dalle riserve (o presunte tali), tanto che il serbo ha sospeso la seduta e mandato negli spogliatoi la squadra.

Un atteggiamento anomalo da parte di Mihajlovic che durante la stagione ha già dovuto gestire altri grattacapi come i problemi nati con Okaka prima e con Eto'o poi. Dove il serbo ha usato sempre la linea dura, senza sconti per nessuno. Mai però, prima d'ora il pugno di ferro era stato utilizzato nei confronti dell'intera squadra, segno che la pazienza è arrivata al limite.

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