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Sampdoria, Ferrero avverte Vialli: “Senza moneta non si fa niente”

Dopo la presunta offerta del gruppo a cui fa capo l’ex attaccante doriano, alla quale sarebbe seguito un vero e proprio ultimatum, il presidente blucerchiato ha voluto precisare la sua posizione: “Gli affari si fanno pagando i prezzi altrimenti è inutile discutere, semmai sono io che ho dato un ultimatum a loro”.
A cura di Alberto Pucci
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A pochi giorni dall'inizio del nuovo campionato, il futuro della società blucerchiata è ancora un mistero. Quando tutto sembrava fatto tra il presidente Massimo Ferrero e la cordata capitanata da Gianluca Vialli, si è infatti registrata un'altra frenata nella trattativa. A conferma di un'intesa ancora da perfezionare, sono arrivate proprio le parole del patron doriano che ha smentito l'esistenza di un ultimatum imposto dai possibili acquirenti.

"Senza moneta non si fa niente, io di questo ultimatum ho letto su internet come voi e non ne so niente – ha dichiarato Massimo Ferrero, in un'intervista ripresa dal quotidiano ‘Il Secolo XIX' – So solo quello che ho già detto e cioè che gli affari si fanno pagando i prezzi altrimenti è inutile discutere, semmai sono io che ho dato ultimatum".

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Ferrero tiene duro

La presunta offerta che sarebbe stata fatta recapitare a Massimo Ferrero, dalla LCC che fa capo a Gianluca Vialli e ai tycoons Usa, Dinan e Knaster, sarebbe di 80/85 milioni di euro: una proposta che sarebbe stata rispedita al mittente dal vulcanico numero uno blucerchiato. Per cedere la società, Ferrero vorrei infatti incassare una cifra più alta: ovvero 95 milioni di euro.

A queste condizioni, e con un interlocutore che non intende trattare sul prezzo, Vialli e si suoi ‘soci' saranno così destinati a lasciar perdere. Il tutto dopo mesi di contatti, colloqui, analisi dei conti societari e relative valutazioni. A meno di clamorosi colpi di scena delle prossime ore, e nonostante la grave crisi finanziaria in cui versa la sua società di produzione cinematografica, la Sampdoria pare dunque destinata a rimanere nelle mani del settantatreenne impreditore romano. Il tutto per la disperazione dei tifosi, che da mesi chiedono la sua testa, e di quella di Di Francesco: preoccupato di un mercato non propriamente all'altezza.

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