Sacchi boccia la Juventus: “Vince solo in patria, come il Rosenborg…”
Parole forti da parte di chi ha dato un fondamentale contributo a cambiare il modo di vivere e interpretare il calcio. Arrigo Sacchi commentando le gesta mirabolanti dei bianconeri in campionato dove non sembrano conoscere avversari né temere sconfitte, non è stato di certo tenero con la Juventus. A Sacchi il gioco espresso da Max Allegri e le vittorie del club campione d'Italia non piacciono, anzi. Le critiche piovono pesanti non tanto per ridimensionare quanto di ottimo fatto fin qui in Serie A con scudetti, Coppe Italia e Supercoppe conquistate, ma per ridimensionare comunque la grandezza bianconera in rapporto al panorama internazionale dove, insieme alle altre decadute eccellenti del nostro calcio, stenta a ritagliarsi uno spazio degno.
Predicati verbali – La striscia di vittorie consecutive, l'imbattibilità di Buffon, il quinto tricolore storico consecutivo a portata di mano non hanno fatto stropicciare gli occhi ad Arrigo Sacchi che ha criticato pesantemente la Juventus. Andando controcorrente ma motivando ogni sua dichiarazione a testimonianza di quanto affermato, il concetto è lineare e semplice: vincere è utile ma chi ama il calcio vuole anche divertirsi. E la Juventus "La Juve è dieci anni avanti a tutte le altre per coesione e competenza. Ma ha un limite e il suo limite sono i verbi. Noi quando ero allenatore al Milan ne coniugavamo tre: vincere, convincere, divertire. La Juventus ne coniuga solamente uno: vincere. È una debolezza. Si dirà: ‘Ma in Italia continua a vincere'. E io dirò: anche il Rosenborg vince sempre lo scudetto in Norvegia. Ma cosa conta è la Champions League e in Europa la Juventus fatica"
Allegri, promosso a metà – Se la squadra non esprime un calcio all'altezza delle aspettative, demerito è anche parte del suo allenatore, mai gradito fino in fondo da Sacchi. Max Allegri, dunque, non supera l'esame dell'ex CT: "Max è un grande tattico, sa cambiare in corsa, però non deve accontentarsi solo di vincere. E' una via di mezzo tra i migliori allenatori e coloro che seguono le mode del momento. Non basta vincere, bisogna anche divertire".
Conte e Ranieri, ok – Ma se Allegri è sul banco degli imputati, altri due tecnici italiani hanno la stima di Sacchi: Conte e Ranieri. "Conte è un autentico fenomeno ma deve imparare ad essere più coerente. Io Antonio l'ho visto allenare: ha idee chiare, talento, inventiva ma deve togliersi di dosso la paura. Ranieri? Sta facendo un capolavoro ma con un tipo di calcio non armonioso. È un grande tattico, sfrutta le sue qualità al meglio".
Gli eletti della Serie A – E infine gli ‘eletti' di Sacchi che prima del risultato pongono attenzione al gioco e alla qualità del divertimento in campo. Insomma, poca ma buoni: "Di Francesco, Spalletti, Sarri, Paulo Sousa, Giampaolo sono i migliori attualmente in Serie A. A Napoli, in curva, nel settore più passionale, ho letto uno striscione che pressapoco recitava così: ci fate talmente divertire che qualsiasi risultato ci va bene. In fondo, il calcio è lo specchio della vita".