Ryan Giggs, l’ultimo alfiere di Ferguson
Era il 15 aprile del 1999, giorno dopo la semifinale di FA Cup. Il gol di Ryan Giggs contro l'Arsenal fa il giro del mondo e nasce un'interesse sempre maggiore per quel ricciolino che giocava sulla fascia sinistra del Manchester United. Dopo la delusione del campionato perso l'anno prima (1997/1998) contro i rivali dell’Arsenal per un solo punto e la cocente eliminazione in Champions avvenuta nei quarti di finale ad opera dei francesi del Monaco, Alex Ferguson capì che alla squadra non mancava molto per fare il salto di qualità. Il manager decide così di fare una campagna acquisti mirata a rafforzare con un solo elemento per reparto la sua squadra. A Manchester per 30 miliardi, cifra record mai spesa prima dai Red Devils, arrivò l’olandese Jaap Stam chiamato ad affiancare Johnsen al centro della difesa. A centrocampo venne ingaggiato dal Parma lo svedese Jesper Blomqvist che aveva il compito di agire sulla fascia sinistra mentre in attacco fa il suo approdo a Manchester il 27enne attaccante di Trinidad e Tobago Dwight Yorke che, dopo 10 anni e 73 goal, lasciò l'amato Aston Villa. Con Andy Cole formò i Calypso Boys, una delle coppie d’attacco più forti mai viste all’opera in Inghilterra e, forse, in Europa.
Una squadra che ogni tifoso di calcio conosce a memoria. In porta c'era il portiere numero 1 al mondo Peter Schmeichel mentre in difesa ai lati agiscono Irwin e P. Neville, a centrocampo oltre al carismatico Roy Keane e Paul Scholes ci sono Beckham e Giggs. In attacco oltre alla coppia Cole-Yorke, Ferguson ha a disposizione anche l’esperto Teddy Sheringham, soprannominato Teddy bear, e il talento norvegese Ole Gunnar Solskjær. Di quella squadra che vinse tre titoli in una settimana emulando le uniche squadre che fino a quel momento erano riuscite nell'impresa (il Celtic, l’Ajax di Cruijff e il Feyenoord), lo scorso anno si è ritirato l'ultimo alfiere.
La carriera in cifre: 963 partite per il Manchester United; 672 presenze in campionato; 151 presense in Champions League; 109 gol in campionato; 34 trofei; 13 titoli di Premier League; 4 FA Cup; 2 Champions League; 1 Mondiale per Club
Questo è Sir Ryan Giggs da Cardiff. Quando il gallese esordì con la maglia del Manchester United la Premier League non esisteva, John Major era primo ministro e Kevin Costner faceva collezione di Oscar grazie al film Balla coi lupi. È il giocatore più decorato nella storia del calcio inglese, è detentore di diversi record con la maglia del Manchester United ed ha segnato più gol per i Red Devils di Mark Hughes, Paul Scholes e Cristiano Ronaldo. Quando parliamo di Ryan Giggs, ci troviamo di fronte ad un paradosso. Da una parte, lui era il calciatore con più esperienza che si potesse vedere o incontrare su un campo della Gran Bretagna fino allo scorso anno e i suoi allori parlano per lui. D'altra parte, Ryan ha mantenuto il fascino fanciullesco e il viso fresco del 17enne che irrompeva sulla scena prima che la Premiership prendesse vita. Una sorta di Dr. Jekyll e Mr. Hyde.
I numeri sono impressionanti. Lui non ha vinto il Pallone d'Oro a differenza di Stanley Matthews, Denis Law, Bobby Charlton, George Best, Kevin Keegan, Michael Owen e Cristiano Ronaldo. Non è stato capitano del suo club per molto tempo ed era sempre oscurato da personalità molto più vendibili a livello di sponsor. Dopo una carriera come quella di Giggs, la domanda che sorge spontanea è una sola: perchè? Non era meglio di Eric Cantona a metà degli anni 1990? Di Roy Keane alla fine del 1990? Di Paul Scholes nei primi anni 2000? Di Cristiano Ronaldo alla fine degli anni 2000 o di Wayne Rooney e Robin van Persie?
La progressione palla al piede, la capacità di inserirsi sui cambi di campo, il senso del gol e la grande preparazione atletica sono state le armi in più di Giggs nella sua carriera. “Mi ricordo la prima volta che lo vidi. Aveva 13 anni e lui correva sul terreno come un cocker spaniel che insegue un pezzo di carta argentata nel vento". Con queste parole Sir Alex Ferguson cercò di inquadrare uno dei calciatori britannici più forti della storia. L'ala di Cardiff non si risparmiava mai. Su e giù sulla fascia senza fermarsi un attimo. Utilissimo in fase difensiva e determinante negli ultimi 16 metri. Nel corso degli anni ha modificato il suo modo di giocare e nell'ultima parte della carriere Giggs ha giocato anche in mezzo al campo come mezz'ala. Duttilità e classe al servizio della squadra.
Good memories
Tottenham 1-1 Manchester United – 19 Settembre 1992
Il 18enne Giggs si rese protagonista contro il Tottenham di un grande gol. Un errore difensivo gli permise di entrare in possesso palla negli ultimi 30 metri prima: ebbe la meglio su un difensore degli Spurs, saltò il portiere Ian Walker e realizzò da un angolo difficilissimo.
Queens Park Rangers 2-3 Manchester United – 5 Febbraio 1994
Giggs recuperò la palla allontanata da Ray Wilkins e con un gran tiro di sinistro depositò alle spalle del portiere ceco Jan Stejskal.
Arsenal 1-2 Manchester United – 14 aprile 1999
Un gol memorabile. La sua abilità e il suo coraggio sono stati premiati per il modo in cui ha affrontato e battuto quattro difensori dell'Arsenal: Ryan culminò l'azione con un mancino sotto la traversa che David Seaman poteva solo raccogliere in fondo al sacco. Quella rete portò lo United a Wembley.
Wigan 0-2 Manchester United – 11 maggio 2008
Una vittoria che assicura allo United il 17 ° titolo. Fu Giggs a spianare la strada ai red devils raccogliendo un passaggio intelligente di Wayne Rooney.
Manchester United 2-0 Everton – 10 febbraio 2013
Un gol che ha segnato uno dei tanti traguardi che Ryan Giggs ha raggiunto nella sua carriera: riuscire ad entrare nella classifica marcatori per 23 stagioni consecutive.
I tradimenti
Il forte centrocampista gallese del Manchester United, da tutti considerato un esempio di professionalità tutto famiglia e campo di calcio, pare fosse un vero birichino. Sposato e con prole, Giggs aveva una relazione clandestina da otto anni con la moglie del fratello. Non pago, si intratteneva con Imogen Thomas, starlette televisiva britannica. Giggs era riuscito a coprire il suo tradimento ottenendo un’ingiunzione che vietava a qualsiasi testata giornalistica di citare il nome di lui in relazione al nome di lei, al fatto in sé o all’ordine stesso del tribunale. Il tutto è venuto allo scoperto quando un utente di Twitter ha pubblicato una lista di queste super-injuction, citando nomi, cognomi e sintesi dei fatti.
Solo il Sunday Herald ha voluto porre fine all’ipocrisia, dedicando la prima pagina di un paio di settimane fa al volto di Ryan Giggs, coperto solo in modo simbolico da una fascetta nera all’altezza degli occhi. Insomma, tradiva la moglie con la cognata, che a sua volta era abilmente cornificata da almeno altre due donne con la stessa abilità con la quale Giggs dribbla gli avversari sulla fascia. Lo scorso 19 maggio Giggs ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato e, dopo essere stato assistente di David Moyes, guida il Manchester United alla fine della stagione dopo l'esonero dello scozzese. La sua ultima gara è stata contro l'Hull City, vinta 3-1, mentre la sua ultima rete risale alla stagione 2013 contro il QPR (2 a 0 per i devils).
Quando parliamo di Ryan Giggs, parliamo di una leggenda vivente. Se chiedete a qualsiasi tifoso europeo, forse anche mondiale, vi saprà certamente dire chi è Ryan Joseph Giggs. Una di quelle leggende che ai bambini deve essere assolutamente raccontata. Delle vicende extra-calcistiche preferisco non parlare: qui si celebra un calciatore che ha fatto la storia di questo sport ed è stato di certo un punto di riferimento del football moderno. Ogni volta che vedrete un ragazzino divertirsi a dare calci ad un pallone e amante della fascia laterale, fategli vedere un video di Ryan Giggs. Ci sono tanti presunti grandi calciatori in giro, ma come lui nessuno.