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Rummenigge: “Ancelotti resta un amico, ma lui non ha voluto un vice Lewandowski”

Il dirigente del Bayern torna a parlare dell’esonero di Ancelotti e svela che è stato lui a non volere in rosa un’alternativa a Lewandowski, che recentemente si è lamentato: “Non posso giocare 90 minuti ogni tre giorni”.
A cura di Alessio Morra
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Il Bayern Monaco da quando ha Jupp Heynckes in panchina ha vinto tutte le partite che ha giocato, ha blindato la qualificazione agli ottavi di Champions e si è ripresa il primato in campionato. L’esonero di Ancelotti, che secondo la Bild è stato caldeggiato da cinque senatori, e questa versione è stata confermata anche da Hoeness che aveva detto: “Nessun allenatore può sopravvivere se ha cinque giocatori importanti contro”, è stato letteralmente la panacea di tutti i mali.

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Rummenigge e l’amicizia con Ancelotti

Kalle Rummenigge, che da anni ha un ruolo importante nel Bayern Monaco, in un’intervista è tornato a parlare di Carlo Ancelotti, a cui lo lega una vecchia amicizia. L’ex calciatore dell’Inter ha parlato del momento in cui le parti hanno deciso di separarsi e ha detto che quell’esonero non ha intaccato la loro amicizia:

Quel giovedì pomeriggio, rientrati a Monaco dopo la sconfitta per 3-0 a Parigi c’è stato un colloquio con Ancelotti e la situazione non era piacevole. Alla fine del confronto però Ancelotti si è alzato e mi ha detto: ‘Ok, non sei più il mio capo, ma resterai mio amico’. Credo che questo lo descriva benissimo. Infatti continuiamo a sentirci.

Ancelotti non ha voluto un vice Lewandowski

Dopo aver reso merito al tecnico italiano, però è arrivata una critica abbastanza circostanziata. L’assist questa volta lo ha fornito Robert Lewandowski, uscito malconcio dal match di campionato con il Lipsia. Il polacco si è lamentato perché gioca sempre e perché non ha un vice: “Non posso giocare 90 minuti ogni tre giorni”.

Rummenigge ha riferito che Ancelotti non ha voluto far acquistare al club un’alternativa al bomber polacco. L’obiettivo principale era Alexis Sanchez, ma l’Arsenal chiedeva una sessantina di milioni, si parlò poi anche di attaccanti di seconda fascia, ma Ancelotti disse no: Ne abbiamo parlato seriamente, ma alla fine il tecnico disse che in quel ruolo avrebbe potuto giocare anche Müller, che è per sempre diventato campione del mondo in quella posizione”.

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