Ronaldo dice addio al Brasile: il Fenomeno saluta tutti
Quando nel 1986, a soli 8, iniziò a muovere i primi passi in una scuola calcio, in cui ha imparato a giocare, probabilmente nessuno avrebbe pensato che quel bambino sarebbe diventato uno tra i più forti giocatori di tutti i tempi. Ancora doveva compiere 16 anni quando inizia, in pratica, la sua carriera da professionista: era il '93 quando iniziò a giocare le prime partite con la squadra maggiore del Cruzeiro e da all'epoca si può dire che cominciò la carriera di Luis Nazario da Lima, conosciuto in tutto il mondo col nome di Ronaldo.
CARRIERA STREPITOSA, POI IL RITIRO – Tutto iniziò con l'approdo in Europa; nel '94 fu acquista dal PSV Eindhoven e da lì mosse i primi passi verso la splendida carriera che lo aspettava. Il trasferimento al Barcellona, la vittoria del Pallone d'Oro e il trasferimento in Italia, all'Inter. Poi dopo 5 anni in nerazzurro e troppi pochi trofei vinti per uno come lui, il passaggio al Real Madrid nel 2002. Quando ormai la sua stella era ormai in fase calante tornò a Milano, stavolta in rossonero, per poi fare ritorno dove aveva mosso i primi passi, in Brasile. Con la maglia del Corinthians ha giocato i suoi due ultimi campionati e prima di terminare la stagione arrivò l'annuncio che ormai vagava nell'aria: Ronaldo si ritira. Così è terminata una splendida carriera di un grande calciatore che forse può dire di avere un'unica vera mancanza nella sua immensa bacheca di trofei: la Champions League.
IL SALUTO ALLA NAZIONALE – Dopo aver annunciato l'addio, in una conferenza stampa commovente, Ronaldo giocherà la sua ultima partita ufficiale proprio nello Stadio dove ha siglato il suo ultimo gol: il Pacaembu. Il Brasile dovrà disputare un incontro amichevole contro la nazionale rumena e Il Fenomeno giocherà solo uno spezzone della sfida, con ogni probabilità subentrerà alla mezz'ora del primo tempo per giocare solo un quarto d'ora provando a siglare l'ultima rete proprio nello stadio del "suo" Corinthians. Nella stessa partita, ci sarà anche un ideale passaggio di consegna tra lui e Neymar investito, dallo stesso campione brasiliano, come suo erede naturale.