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Roma, Zago rivela : “Felipe Anderson fu scartato dalla dirigenza giallorossa”

L’ex difensore brasiliano, oggi assistente tecnico allo Shakhtar di Lucescu, racconta di quando propose Felipe Anderson alla dirigenza giallorossa: “Dissero che era troppo giovane e troppo caro”.
A cura di Alberto Pucci
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La faccia della Roma che sta bene, porta i lineamenti del brasiliano ex Santos: oggi protagonista assoluto della "scalata" laziale verso la Champions League del prossimo anno. Una goduria doppia per i tifosi biancocelesti, una beffa per quelli dell'altra sponda del Tevere che avrebbero potuto applaudire l'attaccante se solo la dirigenza avesse avuto un po' di lungimiranza e avesse accettato i consigli di chi lo conosceva bene. Tra questi c'è anche Antonio Carlos Zago, ex colonna della Roma tricolore di Fabio Capello che, fino a pochi anni fa, lavorava per il club romanista. Intervistato dal Corriere dello Sport, Zago ripercorre la storia di Felipe Anderson: "Lo conosco da anni e, ai tempi della mia permanenza a Roma, venne proposto alla dirigenza – rivela il brasiliano – Giocava da poco nel Santos ma, complice qualche infortunio e l'esplosione di Neymar, ebbe poco spazio. Lo segnalai al direttore tecnico di allora, ma risposero che era troppo giovane e caro. Purtroppo in Italia, credono poco ad un diciottenne appena sbocciato in Brasile. La Lazio ha fatto bene a credere in lui perché è destinato a diventare una stella della Selecao".

Lotito se la ride – Arrivato a Roma nel giugno 2013, per 7,5 milioni di euro, Felipe Anderson ha ora una valutazione pazzesca (dall'Inghilterra sono pronti ad offrire 45 milioni di euro) ed una schiera di seguaci che non finisce più. Un colpo pazzesco per Claudio Lotito che, però, vuol tenersi stretto il suo FA7: "Non ha avuto un inizio facile, ma ha saputo imparare e incassare le critiche – spiega ancora Zago – Il club laziale ha avuto pazienza con lui e adesso il giocatore sta dimostrando che i numeri che aveva fatto vedere all’inizio della carriera erano quelli di un campione". Cresciuto nella scuola del Santos di Ganso e Neymar (suo grande amico) e con in testa i miti di Ronaldo e Kakà, Felipe Anderson ha percorso la strada che, purtroppo, è quella di molti giovani calciatori brasiliani: famiglia povera e un sogno nel cassetto da realizzare. Il desiderio di Felipe Anderson, per sua fortuna, si è materializzato presto, già all'età di 17 anni quando esordì con la maglia che, un tempo, fu quella del grande Pelè. "Ho imparato a svegliarmi ogni mattina per essere il migliore", disse in una recente intervista. Giorno dopo giorno, FA7 ci sta riuscendo.

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