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Roma, Totti rammaricato: Non voglio essere un peso

Francesco Totti, capitano della Roma, parla del momento difficile della sua squadra, mettendosi a disposizione del mister in qualunque circostanza.
A cura di Giuseppe Senese
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Francesco Totti, capitano della Roma, si mette in gioco.

Nel mondo del calcio la figura del "capitano" è sempre stata oggetto di discussioni accese, soprattutto quando si parla di capitani storici come Francesco Totti, bandiera indiscussa dei giallorossi da più di 10 anni. Ormai "Il pupone" sente il peso dei suoi 34 anni sulle spalle, e le prestazioni sul campo non sono più quelle di una volta, anche a causa dei vari infortuni che ne hanno influenzato la continuità di rendimento sul campo; gli strascichi del 2-0 di Napoli-Roma sono stati piuttosto dolorosi, e la decisione di sostituire Borriello, e non Totti, al posto di Vucinic, ha lasciato interdetti tifosi ed addetti ai lavori, soprattutto a causa della prestazione non proprio eccellente del capitano, a discapito di un ottimo lavoro svolto da Borriello; si sono alimentate, quindi, voci sulla poca personalità del mister capitolino, Claudio Ranieri, che avrebbe preferito evitare polemiche per l'ennesima sostituzione a Totti, invece di pensare al bene della squadra.

Il capitano, in visione di questo continuo tram-tram, ha deciso di mettersi in gioco, rilasciando le seguenti dichiarazioni al Corriere dello sport-Stadio: «(…) Siamo partiti in maniera incostante, nella partita contro l’Inter avevamo dato segni di forte ripresa, ma purtroppo a Napoli siamo incappati in una nuova sconfitta. Avevamo concluso lo scorso campionato con una striscia di risultati di altissimo livello, che ci ha permesso di arrivare a sfiorare lo scudetto a pochi minuti dalla fine. Da lì dobbiamo ripartire senza pensare a quello che è accaduto, ma pensando a noi stessi, con la con sapevolezza di avere una rosa di giocatori altamente competitiva. Mai come in questo momento ci sono state tante prese di posizione relative alla Roma e al sottoscritto. Sono ventuno anni che indosso questa maglia, da più di dieci sono il capitano di questa squadra. Ho gioito e ho pianto per i risultati ottenuti, ma l’ho sempre fatto con lo spirito del primo tifoso e del primo professioni­sta di questa squadra. (…)»

Poi arriva la difesa verso il mister: «Da Boskov a Ranieri, con tutti gli allenatori che ho avuto alla Roma e anche con quelli delle Nazionali, ho sempre avuto un rapporto leale. Qualsiasi tecnico ha sempre avuto la massima libertà di decidere se farmi giocare o meno e decidere in quale ruolo utilizzarmi per il bene supremo della squadra. Tutti i miei più importanti successi sono stati conseguiti sempre con il supporto del gruppo e mai solo ed esclusivamente per la mia singola prestazione. (…) Mi sono sempre adattato alle esigenze della squadra, giocando da tre quartista, da seconda punta o da prima punta, cercando di ottenere sempre il miglior risultato per la Roma. Basta andare a vedere i numeri, chiunque può consultarli. Anche oggi, come ho sempre fatto, sono a completa disposizione del l’allenatore, che ha la massima libertà e completa autonomia di scegliere l’utilizzo in qualsiasi posizione del campo e per la durata che ritiene più opportuna, senza mai subire nessuna pressione dal sottoscritto».

Con queste parole, Totti lascia intendere di voler scagionare Ranieri da qualsiasi accusa, condividendone le scelte, sostituzioni comprese: «C’è stata qualche sostituzione che mi ha amareggiato, ma la mia reazione è stata legata solo al fatto che non sono stato così incisivo da poter permettere alla squadra di vincere e non è mai stata una mancanza di rispetto verso la società, l’allenatore e i compagni. Offro la mia totale disponibilità a giocare in qualsiasi ruolo l’allenatore mi chieda, anche sapendo di mettere più quantità e meno qualità nelle mie prestazioni (…). Ma comandare siginifica chiamare giocatori importanti, tipo Toni o Pizarro, per convincerli a giocare nella Roma e aumentare il tasso tecnico? Oppure comandare significa difendere un compagno in difficoltà, come ho fatto con Doni? Oppure difendere i nostri tifo si e il nostro popolo? Questo significa comandare? No, mi sono solo comportato da capitano e probabilmente qualche volta sono dovuto intervenire per difendere la Roma perchè altri non lo hanno fatto, forse per non esporsi perchè sono vittime di compromessi e sono già pronti a ricollocarsi in futuri assette societari. Sono sicuro che troveremo insieme, come abbiamo già fatto in passato, la soluzione migliore per uscire dalla crisi. Non mi permetterei mai di pormi in una situazione di privilegio rispetto agli altri giocatori della Roma. (…) Sono sempre stato e sarò sempre disponibile per questa squadra e questi colori, per cercare di far sognare i nostri tifosi e di far vincere la nostra Roma.»

Dopo le parole, sarà il campo a parlare, e i tifosi della Roma sperano in una pronta ripresa.

Giuseppe Senese

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