Roma, Spalletti a muso duro: “La penna del mio rinnovo è in mano solo ai giocatori”

E' uno Spalletti che va di fretta. Adesso che la Roma ha nel mirino la Juventus a sole due lunghezze, tornare grandi sembra possibile e più facile di quanto non ci si aspettasse. Ma grande, per il tecnico dei giallorossi, la Roma è sempre stata e lo conferma senza mezzi termini nella conferenza in vista della decima di campionato, mercoledì, contro il sorprendente Sassuolo di Di Francesco. Per il tecnico toscano, si è dipinto il diavolo più brutto di quanto non sia, colpa delle scelte di certa stampa che sembra navigare a vista sui problemi veri o presunti del club capitolino: "Ho visto titoli contro tutto e tutti, senza dar tempo a nessuno di dimostrare qualcosa. Se segna Totti, qui si scrive ‘Purga Spalletti' e non si capisce che se vince la Roma, vinco io".
Libertà di stampa
Il tecnico procede per la sua strada. Dopo le ‘testate' nel dopo partita contro il Palermo di fronte all'ennesima domanda polemica, alla vigilia del Sassuolo, l'atteggiamento non cambia: avanti per la propria strada, dando rispetto ma pretendendolo: "Chi ha messo in mezzo la libertà di stampa non ha capito nulla. Qui si parla di altro. Ho letto titoli contro El Shaarawy, conto Dzeko, contro Nainggolan. Non si da tempo a nessuno di dimostrare qualcosa, si parla di liti coi tifosi, di faide interne. Viva la libertà di stampa, ci mancherebbe. Non vi accuso di malafede, parlo d’interpretazioni personali degli episodi. Io dico quello che ho letto in base alle accuse che mi sono state fatte".
Il peso del trionfo
Ironia e determinazione. In Spalletti emerge tutto il sarcasmo tipico toscano, ma anche la consapevolezza di chi sa che l'ambiente deve essere protetto, prima di tutto, dall'interno: "Roma è forte, bella, quando vieni a Roma abitui l’anima alla bellezza infinita. Tornare indietro diventa difficile, abituarsi a non vincere mai è difficile. I tifosi sono persone che sanno di calcio, si sono abituati bene e quando i risultati non arrivano, è dura. Hanno visto Totti per 20 anni, hanno visto Falcao, hanno visto squadre vincere. Il peso di non aver conquistato nulla dev'essere portato con stile e senso del dovere, altrimenti via! O si rende onore a Roma e alla Roma oppure fuori, via da questa città!".
Contratto e futuro
Risultati, dunque, che passano attraverso gli avversari di turno e che possono determinare il futuro di Spalletti: "La penna del mio contratto ce l’hanno i calciatori, se non fanno bene è perché io li ho allenati male. Abbiamo la necessità di vincere. L’ambiente è perfetto per lavorarci. Il Sassuolo? Di Francesco era allenatore già quando faceva il team manager, ha personalità e lo sta dimostrando. Cambia spesso la formazione in campo, in base al rendimento, all'avversario, al momento, ai giocatori a disposizione. Giocano bene, sono veloci, giovani e possono far male".