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Roma, Pallotta “La squadra mostri di avere le palle”. Ranieri: “Non mi dimetto”

La delusione è grande, il presidente Pallotta la manifesta in maniera colorita ma rende bene il senso della rabbia e dell’amarezza provate per il secondo stop consecutivo e più ancora per l’ennesima prestazione opaca. Ranieri: “Pentito di essere tornato? No. E non penso a dimettermi perché sono venuto sapendo cosa c’era in ballo e quale situazione andavo incontro”.
A cura di Maurizio De Santis
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La sconfitta in casa contro il Napoli è pesante, zavorra che affonda le ambizioni della Roma di agganciare la zona Champions. Quattro, il numero dei gol subiti contro i partenopei. Quattro i punti che staccano i giallorossi dalla quarta posizione attualmente occupata dal Milan con l'Atalanta che ha un messo un piede in avanti (48 punti) grazie alla vittoria di Parma. Classifica cortissima, come essere risucchiati in un gorgo col rischio di perdere perfino il piazzamento in Europa League: capitolini a quota 47, sentono il fiato sul collo di Lazio, Sampdoria e Toro a 45.

Finora il cambio di allenatore non è servito a cambiare le cose. Anzi, per certi versi, le ha peggiorate. La delusione è grande, il presidente Pallotta la manifesta in maniera colorita ma rende bene il senso della rabbia e dell'amarezza provate per il secondo stop consecutivo e più ancora per l'ennesima prestazione opaca (Spal e poi Napoli).

I giocatori devono lottare e mostrare che hanno le palle. Nessuno ha più alibi – ha ammesso il numero uno della Roma che ha affidato lo sfogo a un messaggio pubblicato su Twitter -. Tutti sanno cosa è andato storto quest'anno e per questo abbiamo dovuto cambiare. Ma il tempo delle scuse è finito. La partita con la Spal era inaccettabile, quella di oggi è stata anche peggiore.

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Ranieri: Né pentito né disposto a dimettermi

Il gol del pareggio di Perotti aveva illuso la Roma che la gara contro il Napoli potesse avere esito differente. E' stato solo un episodio considerato la piega che ha preso il match nella ripresa. Uno-due micidiale dei partenopei con Mertens e Verdi, gara in ‘ghiaccio' e Roma stordita. Younes chiude il poker di reti aperto da Milik. Un disastro per i giallorossi che arrancano, escono tra i fischi dei tifosi all'Olimpico e perdono terreno dalla quarta posizione.

Pentito di essere tornato? Mai – ammette Ranieri nelle interviste del dopo gara -. E non penso a dimettermi perché sono venuto sapendo cosa c'era in ballo e quale situazione andavo incontro. Devo fare quadrato con squadra, società e tifosi in questo momento difficile.

Cosa succede alla Roma? Perché la squadra mostra fragilità tali da prestare il fianco agli avversari? Perché incapace di reagire e risalire la china del match? Questione testa e di gambe – come si dice in gergo -. Ranieri è convinto che il problema essenziale sia di carattere fisico.

Tanti giocatori si sono allenati poco per colpa degli infortuni e degli impegni. Giocavano e non si allenavano. Stiamo in questa condizione, più di tanto non posso farli lavorare. Zaniolo in panchina? Venerdì è stato poco bene a causa di un virus intestinale e mi ha chiesto di non giocare dall'inizio. Capisco la contestazione dei tifosi Adesso ci dobbiamo isolare e reagire perché ci aspettano Fiorentina e Sampdoria.

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