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Roma, l’America Latina e la tradizione del ‘colpo di tacco’ per esorcizzare il ‘diavolo’

C’è un filo rosso che collega alcuni calciatori della Roma provenienti dall’America Latina che, di tanto in tanto, inventano una giocata con il tacco e regalano bellezza al proprio pubblico e a tutti gli osservatori. Da Falcao a Mancini fino a Javier Pastore è una collana di perle per la gioia dei tifosi.
A cura di Vito Lamorte
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"Estemporaneo, ovvero fatto senza preparazione". Potrebbe essere questo l'aggettivo che più qualifica una giocata come il colpo di tacco. Bisogna prima avere la brillantezza e la lucidità per pensarlo e poi il coraggio di provarci. Una giocata di tacco, che sia un goal o un assist, fa parte di quel modo illogico di risolvere una situazione di gioco e si tratta di un'equazione matematica complicatissima: oltre ad una tecnica eccellente c'è bisogno di una importante sfrontatezza e quel pizzico di fortuna che non guasta mai. A volte la giocata si "sente", non si pensa: è una sensazione che prende forma solo nell'atto stesso, non c'è una regola precisa per farsi che si verifichi, e questo lo ha dimostrato proprio qualche giorno fa Javier Pastore. Il talentuoso calciatore della Roma ha continuato la tradizione giallorossa che, di tanto in tanto, vede qualche calciatore proveniente dall'America Latina, dove il calcio diventa poesia e va oltre ogni regola, inventare una giocata di tacco e ‘regalare bellezza' al proprio pubblico e a tutti gli osservatori.

Il Flaco ha deviato di tacco il cross di Cengiz Under senza pensarci due volte: probabilmente l'ex PSG mentre il pallone era in volo aveva già pensato a questa soluzione e ciò che ne è venuto fuori dopo è sotto gli occhi di tutti. Un gesto tecnico meraviglioso che ha permesso a Pastore di presentarsi nel migliore dei modi davanti ai suoi nuovi tifosi.

https://youtu.be/bhQdt4rApek

Se l'argentino ha deciso di stupire il pubblico giallorosso con una giocata magnifica al suo esordio all'Olimpico, c'è stato un brasiliano che ha voluto farla ancora più grossa: quando Amantino Mancini decise di colpire di tacco la palla messa in mezzo da Cassano e far esplodere la curva Sud di fronte a lui nel derby contro la Lazio non immaginava di aver realizzato la rete più bella della sua carriera, come lui stesso ha ammesso qualche tempo dopo:

Fu una mossa dettata dall'istinto istinto puro. In quel momento era la cosa giusta da fare e per fortuna la palla andò in rete. Quando ho visto il pallone oltrepassare la linea, non ho più capito nulla. Mi sono tolto la maglia, ho cominciato a correre sotto la curva Sud e i miei compagni che mi venivano dietro. Il gol più bello della carriera.

Chiaramente non sono le uniche giocate di tacco effettuate da calciatori della Roma (da Totti ad El Shaarawy fino a Conti e Giannini l'elenco sarebbe lungo) ma il filo conduttore fa riferimento al Sud America e, evidentemente, non può essere tenuto fuori da questa categoria il Divino Paulo Roberto Falcao. Lo straordinario centrocampista brasiliano, che giocò in giallorosso nel quinquennio 1980-85 vincendo lo scudetto del 1983, fu autore di una giocata da vero "maestro del futbol". Il numero 5 prese palla sulla propria trequarti, saltò un avversario e servì Chierico che allargò sulla destra: il brasiliano si inserì nell'area viola per ricevere il cross e servì proprio col tacco un liberissimo Pruzzo in mezzo all'area che gonfiò la rete della Fiorentina. Una delizia per gli occhi.

Il colpo di tacco lascia sempre la sensazione di sorpresa, che risulta difficile da interiorizzare velocemente: prevedere una giocata del genere è impossibile, al limite dell'immaginabile ma è giusto che sia così perché almeno questo tipo di situazioni di gioco, in un momento in cui il calcio è sempre più studiato a tavolino, conservino la loro magia.

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