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Roma, la confessione di Florenzi: “Potevo essere della Lazio”

Alessandro Florenzi, bandiera della Roma, ha svelato che quando era un ragazzino fu a un passo dalla Lazio: “I biancocelesti mi volevano ma quando ho visto Conti non ho avuto dubbi”.
A cura di Alessio Morra
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Alessandro Florenzi è senza dubbio il miglior giocatore della Roma 2015/2016. Domenica scorsa con un gol al Genoa ha posto le basi per una vittoria fondamentale per la squadra e Garcia. Per i tifosi è un beniamino come Totti e De Rossi e a ventiquattro anni il jolly giallorosso è una bandiera della Roma. Ma quando era un ragazzino Florenzi rischiò di passare alla Lazio, l’incontro con Bruno Conti lo convinse a scegliere il giallorosso: “Quando avevo nove anni sono andato a giocare nella Lodigiani, in quella che all’epoca era considerata la terza squadra della capitale, visto che militava in Serie C. Dopo due anni lì mi sono trovato a scaligere tra Roma e Lazio, che mi volevano entrambe. Io mi sono convinto quando sono andato con mio padre a Trigoria e lì ho incontrato Bruno Conti. Non mi ricordo cosa ci dicemmo, mi bastò la sua presenza e la sua accoglienza per farmi scegliere i colori giallorossi”.

Nonostante un’educazione ‘romanista’ ricevuta dal papà, Florenzi ebbe qualche dubbio quando un omonimo compagno di scuola cercò di fargli scegliere il club biancoceleste: “Io ho sempre fatto il tifo della Roma, ero stato ‘instradato’ bene da mio padre, ma un mio compagno di squadra che si chiamava Alessandro, con cui ho fatto le elementari, ha provato a convincermi. Ma sono stato bravo, ho resistito e sono rimasto alla Roma”.

Totti e De Rossi – Florenzi, che l’11 gennaio potrebbe vincere il Puskas Awards (premio mai vinto da nessun calciatore italiano), ha elogiato Totti e De Rossi, maestri oltre che compagni di squadra: “Da piccolo imitavo Totti, anche se mi piaceva molto anche Fabregas. Durante la stagione 2002/2003 ho avuto la fortuna di fare il raccattapalle all’Olimpico e uno dei primi che ho visto da vicino è stato proprio il capitano. Mi ricordo che mi sembrava enorme, mi metteva soggezione, mi bastò una sua battuta e un saluto per mettermi a mio agio. De Rossi invece l’ho incontrato a Ostia, ero al mare. Era in compagnia del padre Alberto, che allenava la Primavera e che mi conosceva. Ci salutammo e parlammo un po’. Totti e De Rossi sono stati fondamentali per la mia carriera. Ricordo bene quanto mi aiutarono il giorno del mio esordio in Serie A, in un Roma-Sampdoria del 2011. Francesco non t’insegna le cose, ma ti ispira. Daniele è un esempio sia per l’atteggiamento che per l’intelligenza tattica”.

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