Roma-Inter in 5 mosse e una certezza: a 40 anni Totti è l’unica stella in campo
Roma-Inter, novanta minuti per indirizzare il futuro in campionato. Novanta minuti per mettere un punto fermo nella propria stagione e rilanciare le rispettive ambizioni, lasciando alle spalle polemiche, sospetti, veleni, ‘arsenico e vecchi merletti'. Detto di come i due allenatori affronteranno la sfida poi ci sarà la “meravigliosa variabile impazzita” da considerare: un quarantenne da pochi giorni che riesce ancor ad essere decisivo per la propria squadra. Spalletti saprà ancora una volta quando e come affidarsi a Francesco Totti? Vediamo come arrivano giallorossi e nerazzurri al big match.
Totti sì, Totti no: il solito dilemma
Nella Capitale Spalletti ha iniziato dove aveva finito lo scorso anno, puntando tutto su quel gioco che ha perso uno degli interpreti migliori (Pjanic, finito alla Juventus) e si dibatte ancora intorno alla figura del capitano, Totti. ‘Piccolo uomo', ha definito Ilary – moglie del Pupone – il tecnico. ‘Inopportuna in questo momento', così ha parlato della festa per i 40 anni l'allenatore. Sul tavolo resta il solito problema molto complicato da risolvere: tenere dentro la squadra Totti, riuscire a gestirlo al meglio e allo stesso tempo dare fiducia e continuità a tutti i suoi attaccanti.
Nerazzurri in cerca della propria identità
L’Inter dal canto suo ha iniziato il campionato nella confusione più totale. Mancini che lascia a poche settimane dall’esordio e l’arrivo in corsa di Frank de Boer il quale ha cercato di sbrogliare la matassa, provando e riprovando schemi e interpreti. L’uomo in più è sicuramente Mauro Icardi che grazie alle prodezze contro Pescara e Juve ha mascherato le difficoltà della squadra. Contro il Bologna prima e lo Sparta Praga poi l’Inter è tornata in balia dei flutti palesando la mancanza di un piano di gioco preciso.
La possibile mossa di Spalletti: ‘tarpare le ali' all'Inter
Messe così le due squadre chiedono davvero tanto a questa partita. Spalletti non vorrebbe, soprattutto contro le temibili ali interiste, avere due terzini di forte spinta, Bruno Peres a destra ha dato garanzie, mentre a sinistra Florenzi potrebbe esporre troppo i due lati agli attacchi interisti (specialmente se Banega fa girare velocemente il cambio gioco). Per questo Juan Jesus a sinistra lavorerà d’attesa in fascia, marcando Candreva e scalando sul centrosinistra quando Bruno Peres attacca. L’idea è avere una difesa molto mobile, che passa con grande velocità da 4 a 3 , grazie anche alla duttilità di Manolas sul centro-destra. Per avere una copertura adeguata sulle mezzeali interiste poi De Rossi farà il solito gioco ad elastico, abbassandosi anche fra i centrali, mentre Strootman che sta acquistando piano piano la forma perfetta e Nainggolan giocheranno con una propensione offensiva molto più marcata. Il tridente senza Dzeko è sembrato essere più affidabile, perché dà meno punti di riferimento agli avversari e può sfruttare al massimo la capacità di attaccare la porta di Salah ed El Sharaawy. Quanto a Perotti, Spalletti non ne farà a meno. E fino all'ultimo valuterà l'inserimento del bosniaco.
De Boer e l'enigma da sciogliere a centrocampo
Frank de Boer per i terzini farà ancora una volta il “casting” per i titolari definitivi: tornato Ansaldi vuole ridargli la fascia destra, mentre il ballottaggio a tre fra Santon, Miangue e Nagatomo per la fascia sinistra è un chiaro segno di grande confusione. A centrocampo i nerazzurri si giocheranno le loro vere chance: bocciato Kondogbia, Brozovic che ride dopo la disfatta di Praga e un Melo ormai con un passo troppo lento non possono servire. Ancora una volta Medel dovrebbe tenere su la baracca, senza ripetere l’errore della partita contro il Bologna nella quale ha giocato mezzala, arrivando, in maniera pessima, al tiro un paio di volte. È abbastanza evidente che in quella posizione deve giocare Banega, come fa con l’Argentina, da sostenere però con due mediani o mezze-ali di corsa, di cui una può essere Medel, con compiti più difensivi, ed un’altra da scegliere fra i tanti giocatori messi in discussione dall’allenatore olandese.
L’asse Candreva-Icardi è in questo momento il meglio che l’Inter ha mostrato, mentre a sinistra il tridente si chiude con Perisic, in buona forma ma poco coinvolto. Far giocare altri nelle due posizioni di fascia è molto difficile perché Eder non riesce a giocarci, non avendo il passo per superare l’uomo e crossare, mentre Jovetic non è assolutamente impostato come attaccante di fascia.