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Roma-Inter, che show all’Olimpico: 36 tiri in 90′!

Non c’è un attimo di tregua all’Olimpico. Difese traballanti e spazi larghi creano un match spettacolare. Salah e Perisic i jolly di Spalletti e De Boer. Dzeko e Banega protagonisti: un gol e 5 tiri a testa.
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Un tiro ogni due minuti e mezzo. Due attacchi scintillanti, due difese che lavorano male e non riescono a leggere le situazioni sui ribaltamenti rapidi. Forze e debolezze si specchiano in una partita frenetica in cui gli errori aumentano l'entropia e moltiplicano le occasioni. Dzeko, migliore in campo, e Manolas frustrano il pareggio di Banega (che assist di tacco di Icardi), ma non nascondono i problemi difensivi. Si decide tutto sulla fascia destra della Roma, la sinistra dell'Inter: Salah brucia Santon, Peres però copre poco e Perisic è una costante spina nel fianco. Spento Joao Mario, anche per merito del lavoro senza palla di Strootman.

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Le formazioni – Spalletti conferma la difesa di giovedì, una linea bloccata a sinistra con Juan Jesus dal lato di Candreva e Peres in spinta a destra dalla parte di Perisic. C'è Florenzi a centrocampo, solo panchina per Nainggolan. De Boer schiera quella che ritiene la migliore Inter possibile in questo momento. Recupera a destra Ansaldi, alla prima da titolare dopo la mezz'ora abbondante di Praga, a sinistra Santon vince il ballottaggio con D'Ambrosio. In mezzo, accanto a Medel torna Joao Mario: quando ha giocato da titolare finora, l'Inter ha sempre vinto.

La sblocca Dzeko – Banega disegna subito gioco, sfruttando le verticalizzazioni di Joao Mario, che imbuca la palla sulla trequarti. L'Inter, la squadra che crossa di più a partita, mette un paio di palloni da destra per Icardi, che non a caso ha segnato 4 gol su 5 di testa quest'anno. Interessante la posizione in avvio di Florenzi, che di fatto agisce da trequartista in verticale (un po' come Perrotta nella prima Roma di Spalletti) rispetto a Dzeko, che sblocca dopo 5′. Il bosniaco, l'attaccante che tira di più in serie A, corregge il cross basso di Bruno Peres (volata da centometrista). Il suo quinto gol, tre di destro e di sinistro, nasce anche dal ritardo di Murillo che, nella copertura a zona, si perde Dzeko al limite dell'area piccola.

Nel replay Sky la fuga di Peres e l'errata posizione di Murillo nell'occasione del gol di Dzeko
Nel replay Sky la fuga di Peres e l'errata posizione di Murillo nell'occasione del gol di Dzeko

Jolly Salah – Salah e Florenzi tendono a scambiarsi spesso durante la partita, da quella parte c'è anche da coprire in fase di non possesso per non sbilanciare la squadra sulle sovrapposizioni di Bruno Peres. Ed è proprio l'azione di Salah a destra a preludere al diagonale appena largo dell'ex Torino. Poco prima, in un match dall'avvio frenetico, l'errore di Manolas (sempre pronto comunque a scalare a destra, in seconda battuta se salta la copertura preventiva di De Rossi) scatena il destro sul palo di Banega, imprescindibile cervello della manovra nerazzurra.

Banega libero – La Roma, però, non cambia il disegno difensivo delle posizioni: nel 4-2-3-1 con Florenzi centrocampista offensivo viene a mancare un mediano basso davanti alla difesa, che possa togliere spazio a Banega, spesso indisturbato dopo aver ricevuto il pallone. Anche perché, dovendo contenere Icardi e i tagli di Perisic, Fazio e Manolas non escono a pressare sull'argentino ma tendono ad arretrare e stringersi per chiudere l'eventuale linea di passaggio. Non lo segue nemmeno De Rossi quando prende palla negli ultimi 30 metri.

Il primo tempo di Banega, il cervello del gioco nerazzurro
Il primo tempo di Banega, il cervello del gioco nerazzurro

Santon soffre – L'Inter soffre a sinistra, con Santon che due volte si vede bruciato nello scatto da Salah. Il terzino non lo anticipa praticamente mai e fa saltare anche la copertura in seconda battuta di Murillo (come in occasione del gol). L'egiziano però, è poco lucido nelle scelte: prima centra il palo esterno, poi tira su Handanovic da un angolo chiuso con Dzeko libero a centro area. La Roma sfiora il raddoppio ancora con il colpo di testa su punizione di Fazio, che costringe la difesa dell'Inter a rompere la linea difensiva con poca efficacia.

Pericolo Perisic – La partita si gioca sulla stessa fascia, quella destra della Roma, dove Santon non regge il confronto con Salah. Quella, però, dove Peres paga dietro e Perisic diventa il jolly di De Boer. Il croato sfrutta i semi-spazi tra Bruno Peres e Manolas, che scala spesso con un tempo di gioco più del dovuto. Non a caso da lì arrivano le migliori chance dell'Inter: sul suo diagonale, al 22′, Szczesny para di piede poi ferma anche Banega. Da lì Perisic disegna il cross per un Candreva che invece di andare di testa cerca la mezza rovesciata mancina (fuori). Trattandosi di un secondo cross dopo una respinta difensiva, rimane inspiegabile la posizione troppo stretta di Manolas con la linea schierata e l'incapacità di seguire insieme la palla e l'uomo libero sul palo lungo.

Le zone d'azione del primo tempo. L'Inter gestisce di più il pallone, la Roma verticalizza. Determinante il duello a distanza Salah-Perisic
Le zone d'azione del primo tempo. L'Inter gestisce di più il pallone, la Roma verticalizza. Determinante il duello a distanza Salah-Perisic

Roma fragile – La Roma intercetta solo 5 palloni, riesce solo in 7 contrasti ma perde quattro volte il possesso. troppi, invece, i 10 palloni persi dall'Inter: il decimo consente a Florenzi di accentrarsi da sinistra e creare la quarta occasione giallorossa. Dietro, però, la Roma balla sull'imbucata per Ansaldi che in area mette palla dietro. Szczesny respinge, ma Fazio e Manolas non perfezionano il rinvio (saranno 23 quelli giallorossi nel primo tempo, 14 di testa), e regalano un secondo possesso all'Inter, non per la prima volta (solo 4 i duelli aerei vinti dai giallorossi, la metà dei nerazzurri): è da applausi il capolavoro al volo di Candreva, non di meno la risposta del portiere della Roma. Saranno 10 i tiri dell'Inter a fine primo tempo, 12 quelli della Roma che però in tre occasioni ci prova da un angolo stretto e dunque con meno chances di segnare. Le 22 conclusioni totali, record per un primo tempo nella Serie A 2016-17, evidenziano però anche le fragilità difensive.

I tiri effettuati nel primo tempo: a destra quelli della Roma, a sinistra quelli dell'Inter
I tiri effettuati nel primo tempo: a destra quelli della Roma, a sinistra quelli dell'Inter

Joao Mario fuori – Il canovaccio non cambia, le squadre si allungano, gli scatti abbondano: in avvio Handanovic frustra Perotti, Szczesny devia il diagonale di Perisic, che sfiora un gol fotocopia di quello segnato all'Olimpico a marzo su apertura di Brozovic. Determinante per la Roma il lavoro oscuro di Strootman che chiude le linee di passaggio e rallenta le transizioni dell'Inter. De Boer si aspetterebbe qualcosa in più da Joao Mario (44 palloni toccati in un'ora), anche perché nel secondo tempo Banega illumina più a sprazzi.

Banega, che gol – De Boer non a caso toglie il portoghese per inserire Gnoukouri, che spreca dopo il numero di Nagatomo, bravo a liberarsi di Bruno Peres con un tunnel e a centrare rasoterra. L'Inter, già pericolosa con la punizione dal limite di Perisic, a 20 minuti dalla fine pareggia. Banega triangola con Icardi, assist notevole di tacco, il portiere della Roma si butta troppo in anticipo sul secondo palo e il rosarino lo fredda sul primo. Jovetic, entrato per il fischiatissimo Candreva, va subito dopo al lancio per Icardi, chiuso da Manolas, sorpreso in occasione del gol più di De Rossi dal movimento a rientrare di Banega in area.

La gara di Dzeko nel grafico di FourFourTwo
La gara di Dzeko nel grafico di FourFourTwo

Raddoppio Roma – Dura fino al 75′ il vantaggio dell'Inter, tradita ancora dalla copertura difensiva sui calci piazzati. La linea difensiva si abbassa troppo, il resto lo fa la fortuita deviazione di Icardi, difensore aggiunto sul colpo di testa di Manolas. Spalletti si copre di più: dentro Paredes, che va a giocare da mezzala sinistra, fuori Perotti con De Rossi davanti alla difesa a chiudere Banega. Dzeko, il secondo giocatore che conclude di più di testa in A dopo Icardi, spinge Handanovic alla parata dell'anno su un'azione che ben racconta l'evoluzione di questa Roma, più votata alla verticalità e all'ampiezza rispetto al recente passato. Una Roma che vince, respira, ma non si nasconde dubbi e fragilità.

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