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Roma, esonero Garcia. Da Boston la decisione di Pallotta

Rudi Garcia praticamente esonerato dalla guida della Roma, per il presidente Pallotta non ci sono più le condizioni per continuare col francese. Summit a Miami tra il dg Baldissoni e il massimo dirigente. Spalletti torna in panchina. Intensificati i contatti tra presidenza e tecnico.
A cura di Alessio Pediglieri
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Virtualmente esonerato. L'ufficialità è questione di ore, legata più alla scelta del nuovo allenatore (Spalletti, ha firmato negli States) che non a dubbi sulla possibilità che Rudi Garcia resti al timone dei giallorossi. Perplessità non ve ne sono, le parole del presidente Pallotta che ha espresso profondo biasimo sul gioco, sul rendimento e sulla scarsa personalità della squadra hanno messo di fatto la parola fine sull'esperienza del francese all'ombra del Cupolone. Il direttore generale Baldissoni è volato negli Stati Uniti e ha raggiunto il massimo dirigente a Miami per tracciare le mosse future. E da qui il presidente Pallotta ha rilasciato poche dichiarazioni che hanno però il sapore di una sentenza ai microfoni di Repubblica: "Cambiare in panchina per restituire la mentalità alla squadra? Sto per risolvere il problema". 

Luciano Spalletti è il nuovo allenatore, il nome caldo delle ultime ore perché conosce l'ambiente e ne ha la fiducia e rappresenta fin da subito quel cambio in corsa utile a salvare la stagione e, al tempo stesso, piazzare il caposaldo per il prossimo anno. In queste ultime ore si sono intensificati i contatti tra presidente e tecnico e per Garcia è arrivato davvero il capolinea. Intanto l'ex Lille sta continuando ad allenare la squadra in vista della sfida contro il Verona.

Stop al toto allenatore – Nella ridda delle indiscrezioni sono finiti anche il ct del Cile, Sampaoli (la cui clausola di rescissione s'aggira sui 6.5 milioni di euro), Bielsa (cercato anche nell'estate scorsa) e Mazzarri che studia inglese mentre dall'Italia c'è chi pensa a lui per rivederlo su una panchina di Serie A. Ore decisive, ore di riflessione soprattutto se una delle strade prese in considerazione è convincere il tecnico della Primavera, De Rossi, ad accettare la veste di traghettatore fino al termine del campionato e poi consegnare le chiavi della squadra ad Antonio Conte, che dopo l'Europeo in Francia sarà libero da impegni con la Nazionale. Intanto, sul tavolo restano i conti da pagare: Garcia ha un contratto fino al 2018 a circa 5 milioni di euro lordi a stagione. Un macigno piazzato sul bilancio per le prossime due, tre stagioni.

Il pari all'Olimpico la goccia che ha fatto traboccare il presidente – Roma-Milan non ha visto trionfare nessuna delle due squadre al momento più in crisi di tutto il campionato: un 1-1 che accontenta un po' tutti – soprattutto i rossoneri – e che lascia nel guado i due allenatori – soprattutto Garcia. Se Mihajlovic infatti può tornare a Milano con un pareggio quasi insperato viste le ultime prestazioni e i venti di guerra che soffiano a Milanello, per il tecnico francese il punto conquistato sa tanto di massimo risultato possibile. Che però non basta: Pallotta aveva già le idee chiare prima di Natale. Dopo sabato sera per il patron giallorosso, l'idea del cambio in panchina appare oramai inevitabile anche se col Verona il francese ci sarà ancora.

Forse, perché quel "sono disgustato, manca mentalità vincente" ribadito dal patron  in riferimento alla prova offerta dalla squadra spira come un ciclone Eppure le premesse erano state buone, a tratti anche ottime, con il gol del vantaggio arrivato quasi subito grazie alla prima rete in campionato di Rudiger. Poi tanta buona volontà, infine nemmeno quella. Con i tifosi giallorossi ancora una volta in contestazione e la panchina dell'ex Lione oramai appesa al classico filo delle decisioni della proprietà.

Dall'altare alle polveri – Se l'Olimpico ha dato un responso, è stato quello di confermare lo stato di assoluta crisi di Milan e Roma. I rossoneri hanno regalato ai padroni di casa il primo tempo, i giallorossi hanno offerto su un piatto d'argento la ripresa. Ma con un'aggravante: la squadra di Mihajlovic si giocava moltissimo in trasferta, in terra nemica e l'avvio stentato poteva anche rientrare nei rischi da correre. Ma la Roma ha finito la partita col fiatone e le gambe tremanti, incapace di segnare il gol della tranquillità quando ne ha avuto (ripetutamente) l'occasione e restando sempre più in balìa del (mediocre) avversario. Una vittoria in dieci gare, poco davvero poco.

Un Garcia nel pallone – Rudi Garcia ha fallito la sua occasione di riscatto. L'allenatore francese aveva anche messo in campo una buona formazione, ripuntando sul giovane talento di Umar Sadiq in avanti, sull'estro di Pjanic (sua la traversa dopo l'1-0 di Rudiger nel maggior momento di pressione), su una squadra consolidata e rodata. Ma a gara in corso ha perso il polso della situazione. Perdendo prima per infortunio Manolas, poi ritrovandosi con un Nainggolan fuori forma, un Digne stanchissimo, un Falque inconsistente. Troppe falle per portare la barca in porto, alle quali non ha saputo porre rimedio.

L'umiliazione di Totti – Ma Garcia ci ha messo anche del suo nel momento peggiore della squadra e nel momento in cui saliva la contestazione dagli spalti dell'Olimpico, il tecnico ha deciso la mossa peggiore: far giocare Francesco Totti. Il capitano, fuori da 100 giorni ha preso il posto di Umar al 70′ ma per 25 minuti non ha mai toccato un pallone. Anzi, fuori forma e lontanissimo da una minima condizione fisica sufficiente, il dieci giallorosso ha sbagliato controlli e passaggi elementari, confermando lo stato confusionale del tecnico. Che, per placare gli animi e salvare il salvabile ha provato l'impossibile.

Il mercato che verrà – Adesso in Capitale è ancora più dura di quanto non lo fosse ad inizio partita. La gara che poteva decretare la ripartenza ha confermato l'ennesimo stop con la vetta che potrebbe davvero sfuggire di mano malgrado anche la Fiorentina nel pomeriggio avesse subito l'onta della sconfitta interna con la Lazio. C'è da correre ai ripari, a gennaio servono rinforzi di qualità che permettano di avere una squadra più dinamica e poliedrica. El Shaarawy dovrebbe arrivare, con il Milan c'è l'accordo. Un primo innesto essenziale, ma non potrà essere l'unico.

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