Roma, Castan chiede scusa dopo il rigore che ha causato il pareggio del Verona

Era stato uno dei giocatori maggiormente osannati e richiesti dai tifosi nei momenti bui. Leandro Castan, out per quasi una stagione è poi tornato pian piano in campo, assaggiando il terreno pochi minuti alla volta fino a tornare nel suo ruolo e al suo posto: centrale di difesa. Per la gioia di tutti, compagni, dirigenza e tifosi. Una certezza, il brasiliano, che quando non aveva più potuto scendere in campo aveva aperto una ‘falla' nel reparto arretrato giallorosso orfano anche di Benatia volato a Monaco di Baviera. Ma proprio oggi, nella giornata che poteva sancire una risalta importante in classifica alla prima di Luciano Spalletti sulla panchina romanista, contro il Verona è stato il ‘colpevole' che ha causato il pareggio scaligero per 1-1 con una fallo da rigore poi realizzato da Pazzini.

Uno sbaglio che ha portato Castan a chiedere ufficialmente scusa al popolo giallorosso deluso dal risultato.E lo ha fatto direttamente sui Social Network, senza cercare attenuanti. Tredici mesi dopo l’operazione alla testa per la rimozione del cavernoma che lo aveva obbligato a star lontano dai campi mettendo a serio rischio anche la carriera, Castan, alla sesta partita stagionale (cinque giocate in campionato e una in Coppa Italia, settima complessiva dal settembre 2014), ha dovuto incassare un colpo durissimo con l'errore che è costato la vittoria.

"Una giornata frustrante per me in particolare, ho lottato tanto per tornare a giocare a pallone, pensavo che stessi bene, oggi ho visto che bisogna migliorare tanto per essere lì dietro in questa squadra, forse si sono fidati troppo di me e li ringrazio. Voglio chiedere scusa, perché ho sempre provato a fare il meglio con questa maglia, mi dispiace tanto". Questo il messaggio via Twitter che il difensore brasiliano ha voluto dedicare ai suoi tifosi delusi. Che subito però lo hanno perdonato, visto che Castan ha incassato anche messaggi che lo hanno rincuorato da parte di altri compagni ed ex compagni come Benatia, oggi al Bayern, o Strootman e Nainggolan.