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Road to Euro 2016: il Portogallo di Ronaldo, un’eterna incompiuta

Girone semplice per il Portogallo che deve fare i conti internamente con una squadra ancora tutta da decifrare, specie negli elementi più giovani.
A cura di Mirko Cafaro
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Islanda, Austria e Ungheria: sono queste le avversarie del Portogallo ai prossimi Europei di Francia, di scena in giugno. Non un girone impossibile, questo contrassegnato dalla lettera "F", anche se i lusitani dovranno fare i conti soprattutto con l'effetto sorpresa che accompagnerà nazioni come Islanda e Ungheria e con il consueto carattere ostico e insidioso di una squadra come quella austriaca. Inoltre, tra le incognite, non va trascurato anche lo stato psico-fisico (nel frattempo la squadra ha perso per infortunio Danny) che accompagnerà la stella Cristiano Ronaldo all'arrivo in ritiro, dopo una stagione lunga e usurante, che lo vede ancora impegnato sul fronte interno (a due lunghezze dalla capolista Barcellona nella Liga) e su quello europeo (in semifinale di Champions).

MODULO E TATTICA – La mancanza di una prima punta di ruolo in senso stretto, sembra far propendere il ct Fernando Santos per un sistema di gioco molto dinamico, in grado di cambiare pelle a seconda degli avversari, ma anche nel corso dello stesso match. Probabile, dunque, la formazione di base oscilli tra il 4-4-2 e il 4-3-3 con una predilezione per il primo modulo, che permetterebbe al tecnico di sfruttare la dose di talento custodita a centrocampo. In ogni caso la base resterà composta dalla retroguardia a quattro e in linea, nella quale il ct può disporre di numerose alternative.

PUNTO DI FORZA – Neanche a dirlo il leader e uomo ovunque Cristiano Ronaldo, che però ha ovviamente bisogno di un cast di supporto che non tremi al cospetto degli impegni della rassegna iridata. Come anticipato, è soprattutto il centrocampo a poter dare man forte con gli emergenti Adrien Silva e José Mario, ma il ct Santos dovrà essere bravo a far coesistere tanti elementi di talento nello stesso reparto.

PUNTO DI DEBOLEZZA – La mancanza di una vera prima punta, alla lunga, potrebbe pesare, specie nei match bloccati che attendono la squadra nel girone eliminatorio. In fase difensiva, inoltre, talvolta si notano evidenti cali di concentrazione che producono non pochi danni, come accaduto ad esempio nell'amichevole con la Bulgaria, persa dopo aver dominato in lungo e largo.

 
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