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Road to Euro 2016: conferma Germania, da favorita anche in Francia

Dopo il colpo a vuoto con l’Inghilterra, la Germania si è rifatta con gli interessi contro l’Italia mostrando un gioco e un’organizzazione con pochi eguali. La nostra analisi.
A cura di Mirko Cafaro
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I campioni del Mondo in carica della Germania lanciano la volata per l'Europeo 2016. Ripercorrere le orme della Spagna, capace della doppietta, è l'obiettivo della squadra del ct Loew che, con l'ultima lezione impartita all'Italia di Conte, ha lanciato un messaggio molto chiaro alle contendenti. Bisognerà fare i conti ancora con i tedeschi se si vorrà puntare al titolo continentale. Eppure la prima amichevole di quest'ultimo ciclo, persa contro l'Inghilterra, aveva messo in mostra alcuni scricchiolii che, alla luce del 4-1 inflitto agli azzurri, vanno riconsiderati e riclassificati alla voce "calo delle motivazioni" in corso d'opera. Detto questo, però, non è tutto oro quel che luccica: i tedeschi devono fare i conti con le assenze di Lahm e Klose e con le non perfette condizioni di capitan Schweinsteiger. C'è ancora un po' da lavorare dunque ma ci sono ct che pagherebbero per lavorare con il materiale umano a disposizione dei tedeschi.

MODULO E TATTICA – Loew sta provando diverse soluzioni e anche nelle due amichevoli dell'ultima settimana ha rivoltato la squadra come un calzino passando dal 4-2-3-1 al 3-4-3, quest'ultimo quasi speculare al sistema degli azzurri. La costante è rappresentata dalla presenza di numerosi giocatori polivalenti dalla metà campo in su con Muller, Draxler, Gotze e Reus che possono giocare indifferentemente in una posizione più avanzata o più arretrata.

PUNTO DI FORZA – Lo abbiamo in parte anticipato: è la poliedricità di molti interpreti il vero valore aggiunto di questa squadra. L'uomo simbolo è Mueller, capace di fare la prima punta, il trequartista, di giocare largo o più centrale e di disimpegnarsi anche in copertura.

PUNTO DEBOLE – Gli scricchiolii patiti contro l'Inghilterra non sono da trascurare. La difesa ha dimostrato di patire la velocità degli esterni e i movimenti senza palla. Hummels è una garanzia là dietro, ma sugli altri – a cominciare dal romanista Rudiger – non si può mettere la mano sul fuoco.

 
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