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Rivaldo e la conversione religiosa: “Sentii una voce e la mia vita cambiò”

L’ex stella brasiliana ha confessato come sia avvenuta la sua conversione religiosa: “Era il 2004, non giocavo ed ero in crisi. Iniziai a sentire una voce, non capivo da dove provenisse. Poi, un giorno, pensando a mio padre scoppiai a piangere e affidai la mia vita a Dio”
A cura di Alessio Pediglieri
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La conversione di Rivaldo, raccontata dallo stesso fantasista brasiliano che tanto ha deliziato le platee di mezzo mondo, sia in Sud America che in Europa. In una intervista a cuore aperto al ‘Clarin', l'ex talento brasiliano ha svelato uno dei difficili momenti personali che ha dovuto affrontare. Più di 10 anni fa, nel 2004 quando la sua carriera calcistica stava subendo un'implosione, senza riuscire più a giocare e scendere in campo in modo decisivo come era abituato a fare.

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Ai tempi del Cruzeiro, proprio quando non giocava più con continuità e le prestazioni erano calate tanto da lasciare il club, Rivaldo racconta di una conversione interna, avvenuta per gradi e che, una volta raggiunta, gli ha cambiato in meglio la vita personale e professionale.

Non ero un credente. Ma nel 2004 mi è successo qualcosa di incredibile: ho iniziato a sentire una voce che mi diceva che stavo per morire in un incidente stradale.

La voce della coscienza

Tutto fu legato ad una ‘voce' che continuava a sentire. Non essendo credente, Rivaldo non riuscì a capire da dove arrivava ma – racconta – la sentiva benissimo e lo avvisava di non guidare perché sarebbe morto in un incidente stradale: "La sentivo in ogni momento e molto chiara. Più tardi, un’altra voce mi disse che se avessi creduto in lui non sarei morto. La cosa più strana è che volevo davvero guidare, avrei fatto qualsiasi scusa per uscire in macchina”.

La conversione finale

Rivaldo, ovviamente, sfidò la sorte e quella ‘voce misteriosa' e un giorno salì in auto per guidare per 160 chilometri: "Durante il tragitto continuai a sentire quella voce, sempre più distinta e ripensai a chi conoscevo. E mi accorsi che molte persone a me care avevano avuto incidenti, per primo mio padre, morto in auto. Quando arrivai a destinazione, iniziai a piangere come un bambino e da quel giorno affidai la mia vita a Dio".

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