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Ritorno al passato, Kerlon: “Balotelli ci faceva pipì nelle scarpette”

L’ex nerazzurro Kerlon ‘Foquinha’ racconta delle ‘balotellate’ commesse da un giovanissimo super Mario: “Non aveva paura di nessuno, neanche di Julio Cesar e Maicon”
A cura di Maurizio De Santis
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Faceva pipì nelle scarpette dei compagni di squadra. Che schifo. Uno scherzo davvero pessimo. Sapete chi ne è l'autore? Balotelli. Sì, proprio lui l'attuale attaccante del Liverpool che in Italia è tornato solo in prestito in quella stessa Milano – sia nerazzurra sia rossonera – che lo ha visto protagonista nel bene e nel male. A rivelare quest'ennesimo retroscena della carriera di super Mario è un suo ex compagno di spogliatoio, sia pure per un brevissimo periodo. Si tratta del brasiliano Kerlon ‘Foquinha' che alla Pinetina (ai tempi del Balo interista) arrivò nel 2009 ma vi restò pochissimo prima di essere spedito in Olanda, all'Ajax. "Balotelli è un ragazzo straordinario – ha ammesso in un'intervista a Espn Brasile – ma faceva cose incredibili. Cosa? Faceva la pipì nelle scarpette dei compagni di squadra e per questo cercava di arrivare sempre per primo nello spogliatoio".

Un discolo maggiorenne. Un Balotelli giovanissimo e con il quale serviva davvero tanta pazienza. Così lo racconta Kerlon quando parla anche delle reazioni dei colleghi di spogliatoio, in particolare dei cosiddetti ‘senatori', dei calciatori più rappresentativi che trattavano super mario quasi fosse una sorta di fratello minore. "Questi atteggiamenti facevano innervosire Materazzi – ha aggiunto Kerlon – anche tanto, però non arrivava mai ad arrabbiarsi del tutto". E già perché Matrix s'arrabbiava era meglio non trovarsi dinanzi a lui… Il racconto di Kerlon si arricchisce anche di considerazioni personali su quegli atteggiamenti un po' troppo vivaci. "Non ho mai visto un ragazzo di quell'età fare quello che faceva Mario. Non aveva paura di nessuno, neanche di Julio Cesar e Maicon. Però tutti gli volevano bene. Al massimo gli davano un buffetto".

Mi manda Mourinho. L'ex allenatore gli fece capire che a Milano non avrebbe avuto spazio. "Mi disse che voleva vedermi giocare e che all'Inter c'era grande concorrenza". E lui volò in Olanda. Senza Super Mario a fargli la pipì nelle scarpe.

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