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Ripartizione dei diritti della Serie A, cambia tutto

Rivoluzione nella ripartizione dei diritti televisivi della Serie A. Un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ha modificato la legge del 2008 e ha stabilito che il 50% dei diritti sarà suddiviso in parti uguali tra le squadre partecipanti al campionato, il 30% in base ai risultati sportivi, mentre il restante 20% verrà diviso in base agli spettatori e all’audience in tv.
A cura di Alessio Morra
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Cambia tutto nella ripartizione dei proventi dei diritti televisivi della Serie A. La Legge di Bilancio 2018 decreta una nuova spartizione dei diritti. Il 50% sarà diviso in parti uguali a tutte le squadre del campionato, il 30% sarà suddiviso in base ai risultati sportivi, mentre il restante 20% verrà diviso sulla base del radicamento sociale. I risultati sportivi che conteranno saranno al 15% quelli dell’ultimo campionato, al 10% quelli del quinquennio precedente, mentre il restante 5% sarà stabilito in base ai risultati conseguiti a livello internazionale e nazionale, ottenuti dal dopoguerra a oggi dalle squadre impegnate in Serie A. Mentre l’ultima parte degli introiti tv verrà assegnata in base al numero di spettatori delle gare interne di ogni squadra di Serie A e all’audience televisiva.

Il contentino alle grandi del campionato

Cosa significa? E' una sorta di ‘regalo' alle grandi del campionato, impacchettato, confezionato e sistemato sotto l'albero tenendo in considerazione il numero di spettatori paganti che hanno assistito dal vivo alle gare casalinghe disputate negli ultimi tre campionati e della audience televisiva certificata. Juve, Inter, Napolli, Milan, Roma che fanno i grandi ascolti non possono che ringraziare.

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Le modifiche nella ripartizione dei diritti tv

Al decreto legislativo 9 gennaio 2008, n. 9, sono state apportate le seguenti modificazioni e viene sostituito così l’art. 26 del D. Lsg n.9 del 2008, con il comma 216 della Legge di Bilancio 2018. Questi i nuovi criteri per la ripartizione delle risorse dei diritti televisivi del calcio stabilita dal Presidente del Consiglio dei Ministri:

Art. 26. (Ripartizione delle risorse del Campionato di calcio di serie A)

1. La ripartizione delle risorse assicurate dalla commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi al Campionato italiano di calcio di serie A, dedotte le quote di cui all'articolo 22, è effettuata con le seguenti modalità: a) una quota del 50 per cento in parti uguali tra tutti i soggetti partecipanti al Campionato di serie A; b) una quota del 30 per cento sulla base dei risultati sportivi conseguiti; c) una quota del 20 per cento sulla base del radicamento sociale.
2. La quota di cui al comma 1, lettera b), è determinata nella misura del 15 per cento sulla base della classifica e dei punti conseguiti nell’ultimo campionato, nella misura del 10 per cento sulla base dei
risultati conseguiti negli ultimi cinque campionati e nella misura del 5 per cento sulla base dei risultati conseguiti a livello internazionale e nazionale a partire dalla stagione sportiva 1946/1947
3. La quota di cui al comma 1, lettera c), è determinata sulla base del pubblico di riferimento di
ciascuna squadra, tenendo in considerazione il numero di spettatori paganti che hanno assistito dal vivo alle gare casalinghe disputate negli ultimi tre campionati, nonché in subordine l’audience televisiva certificata.
4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro centoventi giorni dalla data di
entrata in vigore della presente disposizione, sono individuati i criteri di ponderazione delle quote di cui al
comma 1, lettera b), nonché i criteri di determinazione del pubblico di riferimento di ciascuna squadra di cui al comma 1, lettera c).

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