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Ricky van Wolfswinkel ha rischiato di morire in campo per un aneurisma cerebrale

Un colpo alla testa subito durante il match di qualificazione alla Champions del Basilea ha permesso a Ricky van Wolfswinkel di scoprire un aneurisma cerebrale. Un’anomalia per nulla causa dallo scontro fortuito e che adesso lo costringerà a stare lontano dai campi per almeno sei mesi. “Mi sento fortunato. Normalmente non viene scoperto in tempo ma solo quando la situazione è irrimediabile e ha prodotto altri danni irreparabili”.
A cura di Maurizio De Santis
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Un infortunio che gli ha salvato la vita. Ricky van Wolfswinkel, attaccante olandese del Basilea, ha scoperto di avere un aneurisma cerebrale dopo uno scontro di gioco avvenuto nel corso della partita di qualificazione alla prossima edizione della Champions contro gli austriaci del Lask. Stordito, soccorso, trasportato in ospedale e sottoposto ad accertamenti medici per la commozione cerebrale, al calciatore è stata diagnosticata l'anomalia di cui era già affetto prima della partita, prima dello stecco colpo alla testa subito, e che lo costringerà a restare per almeno sei mesi lontano dai campi. È il male minore rispetto alla possibilità di curarsi e al rischio – elevatissimo – che ha corso finora di morire addirittura sul rettangolo verde.

Mi sento molto fortunato per quanto accaduto e che l'aneurisma cerebrale sia stato scoperto. Normalmente un'anomalia del genere non viene scoperta in tempo ma solo quando la situazione è irrimediabile e ha prodotto altri danni irreparabili – sono le parole del calciatore che ha raccontato la propria situazione nel corso dell'intervista alla tv ufficiale del Basilea -. Io stesso finora non avevo alcun sintomo di quello che mi stava accadendo. Purtroppo dovrò restare fuori per almeno per sei mesi. La data del mio rientro dipenderà ovviamente dalla reazione dell'aneurisma cerebrale dopo le terapie.

Ricky van Wolfswinkel guada fisso nell'obiettivo delle tv ufficiale del club e ha un ultimo pensiero per lo staff medico della società svizzera e per se stesso. È visibilmente provato ma mostra grande determinazione.

Voglio ringraziare i medici del Basilea e quelli dell'ospedale universitario che mi hanno soccorso e poi visitato – ha aggiunto il calciatore -. Adesso è il momento solo di pensare alla mia salute. Spero di poter recuperare in fretta e tornare a fare ciò che amo di più… ovvero, giocare a calcio.

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