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Real Madrid, debutto record per Ødegaard in Liga: 16 anni e 156 giorni

Entra al 57′ minuto contro il Getafe al posto di Cristiano Ronaldo e batte il record di Sebastián Losada (17 anni e 6 giorni): l’esordio dopo le polemiche sul reale valore del norvegese.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il momento dell'esordio di Martin Ødegaard con la maglia del Real Madrid è finalmente arrivato: nell'ultima giornata della Liga, nel derbillo contro il Getafe dove il Real Madrid saluta la stagione con un tennistico 7-3, il norvegere classe 1998 è entrato al minuto 57′ minuto, sostituendo Cristiano Ronaldo ed accolto tra gli applausi del pubblico. "Ero un po' nervoso perché non m'era mai capitato di giocare davanti a così tante persone – ha spiegato Ødegaard a fine gara – ma ho provato a godermi questa bella sensazione. E' un giorno speciale, sono tanto orgoglioso e felice. Ho vissuto degli ottimi momenti in questa mia prima stagione al Real Madrid e mi sono sentito molto a mio agio".

Un esordio da record per Ødegaard, che ha fatto così il suo debutto con la maglia dei blancos a 16 anni e 156 giorni, stracciando il precedente record di Sebastián Losada, che nel lontano 1984 esordì a 17 anni e 6 giorni. Un record destinato a durare a lungo ancora, ma che non cancella la stagione difficile vissuta dal norvegese.

Arrivato a gennaio ed aggregato al Castilla, formazione primavera del Real Madrid allenata da Zinedine Zidane, il calciatore non si è mai integrato con il resto della squadra giovanile, visti anche gli infiniti benefici di cui ha goduto: oltre ad un ingaggio stellare, che ha causato tra gli altri compagni, il suo allenarsi con la prima squadra per poi andare a giocare con il Castilla nel fine settimana ha suscitato altre invidie nei suoi confronti.

Poi la continua pressione da parte della società all'esordio in Liga e Champions (tra i vari meriti di Carlo Ancelotti c'è quello di aver "respinto" tutte le ingerenze, decidendo per l'esordio autonomamente), nonché a quella di vederlo giocare fisso con il Castilla (con Zidane che invece aveva ceduto), hanno portato all'inevitabile: dal 1° posto in cui si trovava prima dell'arrivo del norvegese è crollata al nono posto, fuori sia dalla promozione diretta che dalla zona playoff. Un tracollo quasi inevitabile, anche se ovviamente la colpa non è certo del norvegese.

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