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Real Madrid, Cristiano Ronaldo: “Voglio giocare e vincere fino a 40 anni!”

Dopo la premiazione di Zurigo, Cristiano Ronaldo ammira il suo terzo Pallone d’Oro, archivia la delusione mondiale e rivela la sua fame incontrollabile di successi: “Ogni anno è una nuova sfida e voglio vincere ancora!”.
A cura di Alberto Pucci
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Tra i tanti aggettivi che accompagnano il fenomenale giocatore portoghese del Real Madrid, ce n'è uno che, in questo momento, fotografa molto bene il momento magico del personaggio: incontentabile. Dopo aver vinto il suo terzo pallone d'oro (il secondo consecutivo) e frantumato record su record nel 2014, Cristiano Ronaldo è già pronto per nuove sfide e nuovi successi clamorosi. La pancia piena? Il talento di Fuenlabrada, non ha neanche l'idea di che cosa sia. Il "bulimico" CR7 lo ha confessato in una recente intervista a Fifa.com: "Ho 29 anni, ma mi sento come se ne avessi 25 – ha dichiarato il portoghese – Penso di giocare ancora quattro, cinque, sei, sette anni. Ogni anno è una nuova sfida. Il passato me lo lascio alle spalle, senza ovviamente dimenticarlo, e penso al futuro". Nella lunga chiacchierata con l'organo ufficiale della Fifa, Cristiano Ronaldo ha poi commentato il verdetto di Zurigo: "Questo Pallone d'Oro ha richiesto molto lavoro. E' stato emozionante, anche se è stata l'ottava volta che partecipo per conquistarlo. Spero che ci siano altre occasioni, io lavoro per essere sempre il migliore. Il premio, quest'anno, è arrivato al termine della mia stagione migliore, sia singolarmente che come collettivo. Stare lì per otto anni, lottare per essere tra i primi tre è un motivo di orgoglio e nessuno c'è riuscito per otto anni di fila".

Caffè pagato per Carletto – Parte dei meriti della straordinaria annata del portoghese, può essere tranquillamente "addebitata" a Carlo Ancelotti. Il tecnico di Reggiolo ha saputo riportare il Real Madrid sul tetto del mondo e accendere tutta la classe del suo fenomenale attaccante: "Ho vinto il Pallone d'Oro grazie al mio lavoro, il mio sacrificio ed il mio sudore – commenta il giocatore del Real Madrid – Lo devo anche a Carlo Ancelotti, un allenatore d'eccellenza. Ha vinto dovunque è andato, è un uomo straordinario, non solo come allenatore, ma come persona e prima ancora quando era giocatore. Il suo arrivo a Madrid è stato molto determinante, perchè con lui abbiamo raggiunto i nostri titoli più importanti". L'unica macchia incancellabile del 2014 di CR7 è il mondiale brasiliano: "Sono partito con la mia nazionale che avevo dei problemi fisici. Avrei potuto anche tirarmi indietro, chiedere al ct di non convocarmi e partire prima per le vacanze. Sarebbe stato più facile e nessuno avrebbe avuto nulla da dire sul mio conto. Invece non l'ho fatto e ho affrontato le cose di petto, anche se non ero al 100%. Non voglio però nascondermi dietro delle scuse, guardo al futuro e alle vittorie che arriveranno!".

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