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Il Napoli incompiuto, confuso e infelice è un pugno nello stomaco

Juventus e Roma vanno per conto loro, tra scudetto e Champions. Alle loro spalle prevale la mediocrità. Il Napoli e Benitez hanno smarrito la loro identità: da ‘sin prisa, sin pausa’ (senza fretta, senza sosta) a ‘io speriamo che me la cavo’.
A cura di Maurizio De Santis
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Dicono che il figlio di De Laurentiis, il ‘menefreghista dell'ultima ora', abbia tirato un cazzotto da qualche parte nello spogliatoio. Puntuale, è arrivata la smentita della società: non era un pugno di disapprovazione ma solo un forte incoraggiamento alla squadra in questo momento difficile. Dicono che Higuain fosse talmente incavolato per la piega che ha preso la stagione e per come sono andate le cose a Udine da urlare la propria rabbia e ruggire in faccia ai compagni: l'ha fatto solo perché ce l'aveva con l'arbitro per un fallo non fischiato, pure questo fanno sapere dalle stanze del club. Chiacchiere e spifferi. Non c'è pericolo di rettifica, invece, quando si parla della prestazione offerta dagli azzurri al Friuli perché se quella è la squadra che avrebbe dovuto rompere le uova nel paniere a Juventus e a Roma (staccate di 6 punti dopo 3 giornate), quanto visto in quest'avvio di campionato (due sconfitte con le ‘piccole', una vittoria rocambolesca a Genova e tanta sofferenza) toglie ogni dubbio: i partenopei sono già relegati al ruolo di controfigura rispetto a un anno fa. Quella squadra era arrembante, questa giochicchia. Quella era micidiale quando attaccava, questa sembra farlo con sufficienza. Quella era capace di reagire e ribaltare il risultato, questa va giù al primo sbuffo d'aria. Quella faceva tanti gol e commetteva qualche sciocchezza in difesa, questa segna poco ed è disarmante per le indecisioni che mostra là dietro. Quella aveva il fuoco dentro e gli occhi della tigre; questa è annacquata e aggressiva come un micio che rincorre un gomitolo di lana. Quella toglieva il fiato per l'emozione che sapeva regalare nelle notti magiche della Champions, fuori ma a testa alta; questa toglie il fiato come un pugno nello stomaco. Fuori e a testa bassa.

I mancati rinforzi? Sì, possono costituire un'attenuante ma non abbastanza convincente se le prendi sul muso dal Chievo che perde in casa contro il Parma e poi anche da un'Udinese modesta ma con un'identità definita. E già, che identità ha questo Napoli? Meglio, l'aveva e l'ha smarrita. Con essa sembra aver perso la bussola anche il suo tecnico passato dal ‘sin prisa, sin pausa' (senza fretta ma senza sosta) all'io speriamo che me la cavo. Al Friuli bisognava almeno non perdere, sarebbe bastato per accrescere fiducia e irrobustire l'autostima, quella inghiottita dalla sciagurata notte di Fuorigrotta prima e di Bilbao poi nei playoff di Coppa. Perché, caro Benitez, se decidi di rivoltare la squadra come un calzino per fare turnover massiccio escludendo Inler, Mertens, Callejon, Hamsik cosa t'aspetti? Che Michu, Zuniga nel tridente, Gargano e David Lopez possano reggere sulle spalle tutto il peso di una situazione così delicata? E poi mercoledì al San Paolo arriva il Palermo, mica il Real Madrid… Juventus e Roma ringraziano. Vanno per conto loro, ragionano di scudetto e di Champions. Nessuno è all'altezza. Alle loro spalle (comprese Milan, Inter, Fiorentina, Lazio) tutto il resto è noia, mediocrità. Ma questo Napoli incompiuto, confuso e infelice è anche peggio. E' un pugno nello stomaco.

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