Quella volta che Cruijff vestì la maglia del Milan
Le strade del Milan e dell'icona del calcio olandese, Johan Cruijff, si sono incrociate tre volte. La prima nel 1969, quando il diavolo vinse la sua Coppa dei Campioni battendo in finale l'Ajax, e l'ultima nella magica notte di Atene: rimasta indelebile nel cuore di ogni tifoso milanista dopo l'incredibile vittoria di Savicevic e compagni sul Barcellona allenato proprio dall'olandese. Nel mezzo, una suggestiva e clamorosa partecipazione del "Pelè bianco" al Mundialito del 1981. Il torneo, inventato dall'allora "sua emittenza" Silvio Berlusconi (a capo di Canale 5 ma ancora fuori dal club rossonero), diede la possibilità a tutto San Siro di applaudire Johan Cruijff: eccezionalmente in campo con il Milan, dietro approvazione dell'Ajax, per soli 45 minuti di gioco contro i connazionali del Feyenoord. Fu così che il "Profeta del gol" scese in campo al "Meazza", sottoponendosi anche alla foto di rito, insieme a quella che era la squadra rossonera appena promossa in Serie A, dopo la prima retrocessione nella serie cadetta in seguito allo scandalo del Totonero.
Roberto Antonelli, padre di Luca, ha parlato ai microfoni di Milan Channel e ricordato quell'episodio. "Era un grandissimo giocatore, per noi fu un onore giocare quella partita a San Siro. Lui veniva da un infortunio e ricordo che era stato operato da 10 giorni all'inguine, non poteva esprimersi al meglio, ma il tocco di classe si poteva comunque vedere".
Il ricordo di Atene
Nell'immagine che testimonia l'unica presenza di Cruijff con il Milan, tratta da magliarossonera.it, si possono riconoscere giocatori come Franco Baresi e Mauro Tassotti, ma anche Roberto Antonelli (padre dell'attuale difensore Luca), il tecnico del Palermo Walter Novellino e il compianto Aldo Maldera. Parlare di Cruijff ai tifosi del Milan, specialmente a quelli un pochino più giovani, rievoca però soprattutto la straordinaria notte di Atene del maggio 1994. In finale di Coppa dei Campioni, il Milan di Fabio Capello demolì con un secco 4-0 il "dream team" del Barcellona, allora allenato dall'olandese. Una vittoria ottenuta contro una grande squadra ma, soprattutto, contro la presunzione e la spocchia di Johan Cruijff che, alcuni giorni prima, si fece addirittura fotografare con la coppa in mano. Un errore imperdonabile che fu pagato dall'olandese a caro prezzo. Di quella sera, rimane l'immagine del volto sconsolato e allibito dell'olandese. Lui, che è stato un genio del calcio, battuto e umiliato da un altro genio di nome Savicevic.