Brava Juve ma quattro minuti non bastano, se vuoi vincere la Champions serve altro
La Juventus riesce nell’impresa ed evita di sbandare e andare fuori pista nel primo turno a eliminazione diretta della Champions League. La ‘Vecchia Signora’ rimonta in quel di Wembley e, pur con un primo tempo deludente, continua a perseguire l’obiettivo più importante della sua stagione pochi mesi dopo la finale di Cardiff e la delusione continentale col Real Madrid.
Insomma, per la Juve, stavolta, la Gran Bretagna è terra di conquista. E così, al netto di questo atteso riscatto europeo, ecco perché i campioni d'Italia, al netto delle tante difficoltà che la stagione ha servito lungo la strada piemontese, sono riusciti a sfondare in campo internazionale e proseguire il percorso nella ‘coppa dalle grandi orecchie'.
Infortuni nel momento clou, la Juve batte la sfortuna
Fra andata e ritorno, fra Torino e Londra, la Juventus non ha avuto a disposizione diverse pedine che, invece, lo scorso anno, non erano mai, o quasi, mancate negli appuntamenti importanti, nelle gare di cartello. E sì perché se analizziamo a fondo la sfida del 13 febbraio scorso all’Allianz Stadium, nella formazione titolare non c’erano, oltre a Cuadrado, due elementi di straordinaria rilevanza nell’economia globale del gioco bianconero come Dybala e Matuidi. E se l’assenza del primo non ha provocato grossi problemi all’attacco con Higuain bravissimo a caricarsi sulle spalle l’intero reparto offensivo, il forfait del francese ha generato gravi conseguenze alla squadra con gli uomini di Allegri incapaci, dopo il 2-0, di mordere alle caviglie gli avversari, mettere pressione su Eriksen e Alli e guadagnarsi una preziosissima vittoria.
E poi, a Wembley, questa sera, la Juve, ancora una volta, è stata costretta dal fato a fare a meno, oltre che del già citato lungo degente Cuadrado, di Mandzukic, anima e uomo in più della squadra, nella sfida che valeva un’intera stagione. Insomma, gli dei del calcio si sono divertiti a complicare la vita alla ‘Vecchia Signora’ che s’è dovuta arrabbattare, arrangiare anche reinventare trovando entusiasmo, voglia e quell’effervescenza, quella reazione decisiva per sbarazzarsi dell'ostico ostacolo rappresentato da Pochettino e compagni.
Oltre gli episodi e quei rigori che gridavano vendetta
Nella sfera dei rimpianti, poi cancellati, dei celebri ‘poteva essere e non è stato’, poi annullati, non possiamo non citare gli episodi, specie all’andata a Torino, che avrebbero posto una pietra tombale sul tentativo di rimonta degli Spurs. A causa dell’imprecisione del ‘Pipita’ Higuain, peraltro in grado di siglare una doppietta in avvio, in pochi giri di orologio, la Juventus ha perso grosse chance di archiviare la pratica qualificazione. Nello specifico, al 30’, l’argentino sparava a lato da ottima posizione dopo una combinazione in contropiede con Pjanic per il punto del 3-0 e poi, allo scadere, su rigore, ancora nel suo difficile rapporto coi penalty, sprecava il 3-1 colpendo la traversa.
Il tutto, rigore negato a Douglas Costa annesso, per una perfida sliding door che avrebbe seppellito le speranze di qualsiasi squadra: non della Juve.
E sì perché grazie alle mosse tattiche di Allegri, che inserisce esterni bassi per allargare la difesa avversaria, e alla provvidenziale rete di Higuain che riapre il match, gli ospiti abiurano gli alibi, dimenticano le incertezze della prima frazione di gara e ribaltano con carattere, esperienza internazionale e blasone, una situazione davvero ostica.
Preparazione atletica precaria, troppi big in apnea: ma la Juve vince lo stesso
Infine, nell’analisi del riscatto juventino, non può non trovare spazio l’aspetto fisico. E sì perché se da un lato ci si trovava di fronte, per quanto concerne la partita di ritorno, a una squadra in salute con all’attivo una striscia di ben 17 risultati utili consecutivi, dall’altro, quello bianconero, rintracciavamo una compagine in evidente affanno. Nel momento topico dell’annata, infatti, a causa anche di una preparazione fisica discussa e discutibile, tanti talenti, come Matuidi, Dybala o Khedira, che hanno patito infortuni muscolari, al rientro, non sono sembrati nella condizione migliore per incidere, determinare e dare una svolta alla gara. Eppure, i bianconeri hanno gettato il cuore oltre l'ostacolo, dimostrato di saper soffrire (palo Spurs nel finale) ma anche di possedere una rosa abbondantemente in grado di sopperire alle mancanze, anche fisiche, di alcuni suoi elementi importanti. Per vincere a questi livelli però, serve di più, molto di più.