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Quanto durerà questa euforia per l’Italia? Lasciamo crescere in pace i ragazzi di Mancini

Dopo le critiche dei primi mesi e quelli per il secondo posto della Nations League ora sono saliti in tantissimi sul carro di Mancini e i vari Zaniolo, Kean, Sensi e Spinazzola sono sotto la lente d’ingrandimento di tutti. La richiesta di ‘tutto e subito’ verso questi ragazzi sarebbe ingiusta soprattutto se l’euforia odierna durasse solo fino alla prossima sosta, quando buona parte dei tifosi e degli osservatori si darà nuovamente al turpiloquio per l’assenza del campionato.
A cura di Vito Lamorte
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C'era un periodo in cui in Italia si diceva che non vi erano più talenti e calciatori forti come quelli di una volta non ne sarebbero nati più. È certo che non avremo mai un altro Gianni Rivera, oppure un altro Roberto Baggio oppure un altro dualismo Totti-Del Piero "ma non è detto che non ci saranno nazionali belle in maniera diversa". Dopo un periodo di grande pessimismo intorno alla Nazionale, culminati con le critiche per il secondo posto nel girone della neonata Nations League; ora dopo due gare contro Finlandia e Liechtenstein, valide per le qualificazioni agli Europei 2020, c'è grande euforia intorno alla selezione azzurra.

Va dato atto al Roberto Mancini e al suo staff di aver intrapreso una strada di cambiamento con un'idea ben precisa e di aver iniziato a coinvolgere calciatori fino a qualche tempo fa non troppo considerati e ragazzi giovanissimi. A ottobre quasi tutti hanno storto il naso quando il Mancio convocò Nicolò Zaniolo, che ancora non aveva fatto il suo esordio in Serie A, e lo stesso è capitato adesso con Moise Kean, perché poco utilizzato nella Juventus, ma dopo le brillanti prestazioni da parte del giovane figlio d'arte con la maglia della Roma e le buone prove dell'attaccante bianconero tutti sono saliti sul carro del commissario tecnico.

L'unico errore che non bisogna commettere ora è percorrere la strada opposta a quella di quasi un anno fa, ovvero nel periodo iniziale della gestione Mancini: dopo l'interim di Gigi Di Biagio (le gare contro Argentina e Inghilterra) sono arrivate tre amichevoli con Arabia Saudita, Francia e Olanda (una vittoria, una sconfitta e un pari) e in queste gare molti si aspettavano di vedere già chissà quale organizzazione di gioco con risultati annessi: critiche ingenerose al nuovo corso azzurro, pensieri sparsi e il solito tran tran che ben conosciamo. Questa fretta nei giudizi e questa spasmodica ricerca della vittoria a tutti i costi (a chi non piace vincere?) è, probabilmente, uno dei tanti motivi per cui il nostro movimento calcistico non ha mai fatto quello scatto rispetto ad altre realtà europee.

Adesso i vari Zaniolo, Kean, Spinazzola, Bernardeschi, Sensi, Donnarumma e Verratti (solo per citarne alcuni) sono sotto la lente d'ingrandimento di tutti e le aspettative sono alte a tal punto che al primo intoppo o al primo passo falso ci sarà subito il plotone pronto a sparare: diamo tempo a questi ragazzi di crescere, di sbagliare e di imparare anche ad indossare la maglia azzurra.

I brillanti risultati delle rappresentative minori degli scorsi mesi e quelli di questi ultimi giorni sono un segnale importantissimo per il prossimo futuro delle nazionali più in vista (rappresentativa A e Under 21) e dovrebbe farci riflettere sull'importanza di questi momenti, stage o partite che siano, per la crescita delle selezioni e per il raggiungimento di obiettivi importanti. La richiesta di "tutto e subito" verso questi ragazzi sarebbe ingiusta soprattutto se l'euforia odierna durasse solo fino alla prossima sosta, quando buona parte dei tifosi e degli osservatori si darà nuovamente al turpiloquio per l'assenza del campionato.

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