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Quando l’affare di gennaio diventa un ‘pacco’: i peggiori acquisti invernali in Serie A

Dai brasiliani Edmundo, Fabio Junior e Gilberto, agli argentini Coloccini ed Esnaider, dal flop in lire José Mari a quelli in euro di Edu Vargas, Doumbia e Shaqiri, passando per la delusione di Cassano al Real Madrid e lo “smantellamento” della Samp che costò la Serie B. Ecco quali sono i peggiori “pacchi” del mercato invernale di Serie A degli ultimi 25 anni.
A cura di Michele Mazzeo
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Oggi ha preso il via ufficialmente la sessione di mercato invernale. Le compagini di Serie A sono già tutte a caccia del grande affare, ma prestando attenzione al fatto che storicamente il mercato di riparazione a volte regala delle grandi sorprese. Negli ultimi anni infatti alcuni grandi colpi sono stati fatti proprio nella sessione di gennaio, ma non sempre è così. Non di rado si sono registrati alcuni trasferimenti di giocatori strapagati che poi non hanno mantenuto le aspettative oppure degli errori di strategia clamorosi. Ecco i peggiori “pacchi” del mercato invernale di Serie A degli ultimi 25 anni.

I due flop di Edmundo

Nel gennaio del 1998 la Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori ingaggia l’attaccante brasiliano Edmundo per 13 miliardi di lire, ma la sua esperienza con la maglia viola non è felicissima anche a causa della sua “voglia di Carnevale di Rio de Janeiro”, e così dopo una stagione e mezza i toscani lo rispediscono in Brasile. Ma nel 2001, sempre nella sessione di mercato invernale, il Napoli lo riporta in Italia, ma i risultati sono ancora peggiori di quelli ottenuti a Firenze: 17 presenze, 4 reti e partenopei retrocessi in Serie B al termine della stagione.

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Gilberto, l’erede di Roberto Carlos

Nel gennaio 1999 i principali flop delle squadre di Serie A sono stati addirittura tre. L’Inter acquista il terzino sinistro brasiliano Gilberto dal Cruzeiro raccomandato da Ronaldo “il Fenomeno”. Doveva essere l’erede di Roberto Carlos e invece si è rivelato un clamoroso flop, per lui solo due presenze da subentrato in maglia nerazzurra e viaggio di sola andata verso il Brasile al termine della stagione.

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Esnaider, che flop alla Juve

Altra meteora acquistata durante quella finestra di mercato è l’argentino Juan Esnaider. La Juventus lo ha preso per 12 miliardi di lire dall’Espanyol e doveva essere il sostituto dell’infortunato Del Piero. E invece è rimasto in bianconero un anno collezionando 16 presenze in campionato senza riuscire mai a trovare la via della rete.

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Da “Uragano” a “Venticello”: Fabio Junior preferito a Sheva

Ma il vero “pacco” di quella sessione fu un altro. Altro calciatore arrivato in pompa magna in quello stesso mese di gennaio nel nostro calcio rivelandosi poi un vero e proprio bidone è stato infatti Fabio Junior. Il “nuovo fenomeno” o anche “l’uragano brasiliano”, ribattezzato poi dai tifosi giallorossi “er venticello”, nella sessione invernale del 1999 si trasferisce alla Roma dal Cruzeiro per 30 miliardi di lire (più 2 ad intermediari brasiliani) nonostante le resistenze del tecnico boemo Zeman che vorrebbe un altro talentino emergente: un certo Andriy Shevchenko. Purtroppo per la famiglia Sensi e tutti i tifosi capitolini, il novello “Romario” non fece vedere molto del suo repertorio con appena 3 gol in 16 presenze.

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L’inutilizzato Coloccini

Nella sessione invernale della stagione successiva il grande abbaglio lo prende invece il Milan. A luglio i meneghini avevano prelevato dal Boca Juniors anche il difensore argentino classe '82 Fabricio Coloccini che arrivò poi a Milanello a gennaio per 15 miliardi di lire. In cinque stagioni, molte delle quali passate in prestito tra Liga e campionato argentino, il centrale ha collezionato solo 5 presenze in maglia rossonera (una sola in Serie A) tra le fila del Diavolo, prima di essere ceduto definitivamente al Deportivo La Coruna per 5 milioni di euro.

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José Mari: flop da 40 miliardi

Ma non basta. In quella stessa sessione di mercato il Milan campione d’Italia ha un obiettivo preciso: replicare il successo dell’anno precedente o, quantomeno, accorciare le distanze dalle prime della classe Lazio e Juventus. Per farlo, Adriano Galliani opera una campagna di rafforzamento importante con gli arrivi, nell’ordine di: Chamot, il già citato Coloccini, West (dall’Inter) e, soprattutto, José Mari dall’Atletico Madrid. Proprio quest’ultimo però, fiore all’occhiello della sessione invernale dei rossoneri con ben 40 miliardi di lire investiti per prelevarlo dai colchoneros, si rivelerà essere un autentico flop. Il nativo di Siviglia, infatti, riuscirà a realizzare solo 14 gol in 73 partite ufficiali con la compagine meneghina pesando sulle casse del Milan per i successivi tre anni con uno score pari a 2.9 miliardi di lire per rete segnata.

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‘El Gordito’ Cassano

Nel gennaio del 2006 il “pacco” parte dall’Italia e arriva in Spagna, niente meno che al Real Madrid. Le Merengues hanno infatti acquistato dalla Roma un Antonio Cassano ingrassato e fuori forma, che si guadagnò immediatamente l’appellativo di “El Gordito”. La sua esperienza con i Blancos si concluse l’anno successivo quando sulla panchina madridista c’era l’italiano Fabio Capello che lo mise addirittura fuori rosa.

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Lo ‘smantellamento’ della Samp: dalla Champions alla B

Nella sessione di mercato invernale della stagione 2010/2011 la Sampdoria è al centro del caso più clamoroso. Infatti, dopo aver perso il preliminare di Champions League con il Werder Brema, i blucerchiati cedono prima Giampaolo Pazzini al Milan e poi Antonio Cassano (già da mesi fuori rosa) all'Inter. Ridimensionamento, ma si pensa comunque di riuscire ad ottenere una "salvezza tranquilla" e invece è l'inizio del tracollo. A fine campionato infatti arriva la retrocessione in Serie B. E menomale che si chiama mercato di "riparazione".

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Edu Vargas, un mistero cileno sotto il Vesuvio

In quella stessa sessione di mercato il “pacco” lo prende invece il Napoli che acquista il miglior giocatore e attaccante del campionato cileno, secondo nella classifica dei calciatori sudamericani dell’anno e giocatore più popolare del 2011. Questo il biglietto da visita di Eduardo Jesus Vargas Rojas, meglio noto come Edu Vargas, che ha convinto nel gennaio 2011 il Napoli di De Laurentiis a versare 15 milioni di dollari alla Universidad de Chile per portarlo all’ombra del Vesuvio. Anche lui però, pur accolto con grande gioia e affetto dai tifosi partenopei, si dimostrò un flop con velature misteriose. Tante ottime prestazioni col Cile, titolo di capocannoniere della Copa America nel 2015 e 2 successi nella manifestazione, e tantissime occasioni sprecate in maglia azzurra con appena 3 marcature in 28 gare, tre prestiti (Gremio, Valencia e QPR) e la cessione a titolo definitivo all’Hoffenheim.

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Il bomber dell’Est: Seydou Doumbia

La Roma di Garcia nella stagione 2014/15 dopo il secondo posto dell’annata precedente sembra finalmente ad un passo, con un ottimo girone d’andata, dal superare la Juventus in campionato. Così, per sferrare l’assalto decisivo alla “Vecchia Signora” e sostituire il partente Destro (ceduto al Milan), la compagine giallorossa acquista dal CSKA Mosca l’ivoriano Seydou Doumbia (61 gol in 95 gare coi russi) per 14,4 milioni di euro più 1,5 di bonus. Il feeling con i compagni e la piazza però non arriverà mai con solo 2 segnature in 14 partite, un secondo posto a -17 dalla Juve e tre prestiti in Russia (di nuovo al CSKA), Inghilterra (Newcastle) e in Svizzera (Basilea) prima della cessione definitiva allo Sporting Lisbona per 3,5 milioni di euro avvenuta la scorsa estate.

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Il “Messi delle Alpi”: Xherdan Shaqiri

Il “Messi delle Alpi” Xherdan Shaqiri chiude questa rassegna dei calciatori che nella sessione invernale di mercato si sono rivelati degli investimenti poco oculati per “merito” dei 15 milioni di euro spesi, evidentemente male, dall’Inter nel 2015. Voluto fortemente da Mancini, lo svizzero, chiuso ai tempi al Bayern Monaco, sembrava potesse essere uno dei tasselli sul quale ricostruire una grande squadra in grado di rinverdire i fasti del recente triplete. E invece, in quei 5 mesi meneghini, Shaqiri colleziiona tanti 5 in pagella, solo 3 reti in 20 presenze ed abbondanti dosi di fischi che lo accompagnarono metaforicamente all’uscio, nell’estate successiva, quando lo Stoke City, lo acquistò per 17 milioni di euro. Per fortuna dell’Inter almeno dal punto di vista economico non ci ha perso.

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