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Quando il Real Madrid provò Neymar ma lo rimandò in Brasile

Accadde nel 2005 quando il brasiliano andò a Madrid in prova per 19 giorni. Poi i Blancos si accontentarono di ingaggiare solo Robinho, a quei tempi definito il “prossimo Pelè” e quando nel 2013 scattò l’asta per acquistare O’ Ney fu troppo tardi, con la zampata vincente del Barcellona. In Italia il Como di Preziosi scartò a un provino Messi, allora 15enne.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' una storia che oggi sembra avere dell'inverosimile: come si è potuto non accorgersi delle immense qualità di Neymar e rispedirlo al mittente dopo averlo avuto in prova? Una domanda alla quale non sanno ancora rispondere i tifosi del Real Madrid davanti all'aneddoto secondo il quale O'Ney nel lontano 2005 era proprio approdato nella cittadella blanca per un provino. Che durò solamente 19 giorni e che si concluse con il giovane tredicenne Neymar che rientrò in Brasile perchè i Blancos non si dimostrarono decisi nel metterlo subito sotto contratto. Perdendo un Fenomeno che oggi sta facendo le fortune del Barcellona ma che non parteciperà al prossimo Mondiale per Club, escluso per punizione da Luis Enrique.

Tutto accadde grazie a Robinho, l'idolo del giovane Neymar che si trasferì al Real Madrid dal Santos, nel 2005 quando il brasiliano era definito in patria il "prossimo Pelè". Una trattativa lunga e costosa che però ebbe come conseguenza anche la possibilità di avere in prova un ragazzino, molto bravo e tecnicamente dotato che ancora in Europa non si conosceva: Neymar da Silva Santos Júnior. Che restò in prova per 19 giorni, strabiliando tutti in allenamento e nelle partitelle ma senza trovare la società pronta a trattenerlo senza indugi.

Giocare nel Real Madrid è un sogno che si realizza (Neymar, tredicenne nel 2005)

Erano i tempi in cui il Real aveva la certezza di aver strappato alla concorrenza uno dei giocatori più forti in assoluto, Robinho, mentre nel Barcellona stava crescendo un certo Lionel Messi, ancora lontanissimo da diventare il Fenomeno di oggi. Per questo, la dirigenza blanca trattò Neymar semplicemente come una seconda scelta che avrebbe potuto attendere. Il presidente d'allora come oggi, era Florentino Perez. "Siamo stati invitati a guardare le strutture della società – ha ricordato in una recente intervista a ESPN il papà di Neymar Jr – Avevamo una macchina a disposizione per andare alle sessioni di allenamento e Neymar ha incontrato tutti i giocatori. Ha preso parte anche alle sessioni di allenamento con la prima squadra: le porte erano completamente aperte".

Poi, il nulla: il Real che tentenna, la nostalgia di casa e degli amici, un'Europa troppo grande per un bimbo di soli 13 anni. E così il ritorno in Brasile, al Santos dove nel 2009 si fa conoscere al mondo: un giocatore oramai maturo, forte, dalle enormi potenzialità. Ma su di lui, adesso non c'è solamente il Real Madrid: Chelsea, Manchester City e Bayern Monaco si presentano alla porta del Santos, insieme al Barcellona. Che affrontò Neymar nella finale del Mondiale per Club, battendo il Santos, nel 2011. Fino al 201, quando c'è il gran ritorno in Europa questa volta per vestire i colori degli acerrimi nemici del Real, i catalani con cui sta conquistando tutto ciò che ci sia da vincere, in Liga, in Europa e nel mondo.

In Italia il Como scartò Messi

Lionel Messi scartato dal Como. Proprio così, tutto vero. A raccontare l'episodio fu l'allora presidente del Como, Enrico Preziosi (oggi numero uno del Genoa). L'ex massimo dirigente dei lariani rivelò di aver accolto quello che sarebbe diventato il quattro volte Pallone d'Oro argentino per un provino. Aveva 15 anni e un valore di mercato irrisorio: 50 mila dollari, ovvero 45 mila euro e rotti. Lo staff tecnico lombardo non lo reputò idoneo perché era troppo gracile e poi bisognava occuparsi anche di trovare una sistemazione alla famiglia in Italia così da poter stare accanto al ragazzo minorenne. "A vederlo adesso si può dire che avremmo sistemato i bilanci per trent’anni", s'è lasciato sfuggire Preziosi qualche anno dopo.

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