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Quando il giovane spodesta l’esperto. I 6 ‘ragazzi’ diventati titolari in Serie A

Diawara ha messo in secondo piano Jorginho, Locatelli è un punto fermo del Milan, Barreca del Toro sogna la Nazionale. I talenti ‘terribili’ che lasciano i titolari nel cono d’ombra.
A cura di Michele Mazzeo
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Diawara

In questa prima parte di Serie A abbiamo visto all’opera diversi giovani interessanti sia italiani che stranieri che sono riusciti a ritagliarsi uno spazio importante all’interno delle proprie società. Ci sono addirittura sei di loro che sono riusciti a “rubare” il posto a calciatori molto più esperti che ad inizio stagione venivano considerati titolari inamovibili.

Diawara, da desaparecido a uomo di Sarri

In pochi avrebbero immaginato che Amadou Diawara sarebbe riuscito a scavalcare nelle gerarchie quel Jorginho che sembrava essere diventato l’uomo inamovibile del centrocampo del Napoli targato Maurizio Sarri. Nel 4-3-3 di Maurizio Sarri non sembrava esserci spazio per il classe ’97 proveniente dal Bologna, si pensava a lui come ad un rincalzo utile per far rifiatare il regista italobrasiliano in alcune occasioni. E così è stato fino al 19 ottobre scorso quando il giovane guineano ha fatto il suo esordio con i partenopei subentrando allo stesso Jorginho al 70esimo della partita di Champions persa al San Paolo contro il Besiktas. Da lì la svolta.

Quei 20 minuti sono bastati a convincere Sarri a puntare su di lui. Nei dieci match successivi il tecnico toscano lo schiera tra i titolari in ben 7 occasioni, concedendogli 671 minuti di gioco, a dispetto dei 229’ concessi all’ex Verona. Pare dunque chiaro che sotto il Vesuvio si siano invertiti i ruoli e adesso è Jorginho a far rifiatare l’inamovibile Diawara.

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Locatelli, l’uomo giusto al momento giusto

Manuel Locatelli ad inizio stagione era l'ottavo centrocampista nelle gerarchie di Vincenzo Montella. Considerato un giovane di belle speranze aggregato alla prima squadra per fare esperienza e mettere nelle gambe qualche partita di Serie A. Le prime tre gare rimane infatti seduto in panchina a guardare i compagni giocare. L’esordio stagionale arriva invece in casa della Sampdoria alla quarta giornata di campionato quando al 57esimo sostituisce un deludente José Sosa, dimostrando da subito il proprio valore. Diventa così la prima riserva della linea mediana rossonera.

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La svolta decisiva arriva poi nel 7° turno di campionato quando al 60esimo di Milan-Sassuolo entra in campo a San Siro per sostituire l’infortunato Montolivo con i neroverdi in vantaggio per 3-1. Il classe ’98 sfodera una grande prestazione e segna il gol del momentaneo pareggio (poi i rossoneri vinceranno 4-3). È qui che cambia tutto. Favorito anche dall’assenza prolungata di Riccardo Montolivo, il giovane lecchese diventa titolare inamovibile per Vincenzo Montella che gli affida le chiavi del centrocampo nelle successive otto gare. E lui ha ricambiato la fiducia con il gol vittoria contro la Juventus e con l’aura del portafortuna (nei 12 incontri in cui è sceso in campo il Diavolo ha perso solamente una volta in casa del Genoa di Juric).

Barreca, da possibile escluso a indispensabile

Così come i suoi “colleghi” anche Antonio Barreca ad inizio stagione partiva molto indietro nelle gerarchie del suo allenatore. Addirittura, nel precampionato, il terzino classe ’95 del Torino rischiava di essere tagliato fuori dalla lista dei 25, data la presenza in rosa dei veterani Avelar e Molinaro, e di Zappacosta che può giocare su entrambe le corsie. Fu a causa delle precarie condizioni fisiche del brasiliano che Sinisa Mihajlovic optò poi in extremis sul giovane torinese come riserva di Molinaro.

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Nei primi tre match stagionali fa da spettatore, poi con l’Empoli arriva la sua occasione, anche in questo caso “favorita” da un grave infortunio. Infatti, al 32esimo entra per sostituire l’ex Parma (per lui stagione finita), e da lì diventa il titolare della fascia mancina granata, dimostrando nei successivi 10 match (ha saltato la trasferta di Crotone perché influenzato) tutte le sue grandi abilità tanto da diventare un punto fisso di questo sorprendente Torino di Mihajlovic e da meritarsi la convocazione per lo stage della Nazionale di Ventura.

Caldara, l’uomo della svolta della Dea

Con l’arrivo di Gian Piero Gasperini sulla panchina dell’Atalanta in chiave mercato si cercavano difensori capaci di giocare in una difesa a tre “atipica” come quella che rappresenta ormai il marchio di fabbrica dell’allenatore di Grugliasco. In lista viene messo anche Mattia Caldara, giovane difensore promettente, ma considerato non ancora pronto per essere un titolare in Serie A. Nelle prime 6 partite il classe ’94 prodotto del vivaio orobico non vede mai il campo perché Gasperini preferisce l’esperienza di Toloi, Masiello e Zukanovic oppure adattare un esterno al ruolo di centrale (ci ha provato prima con Raimondi e poi con Konko) e i risultati sono pessimi: 4 sconfitte e 12 gol subiti.

L’ex tecnico del Genoa decide allora di rivoluzionare la squadra e dalla partita contro il Napoli di puntare su Mattia Caldara. Cambia tutto. Il giovane orobico diventa titolare fisso, facendosi valere anche in fase offensiva (per lui già 3 gol), l’Atalanta inanella una serie positiva incredibile (7 vittorie e un pareggio prima della sconfitta contro la Juventus) e raggiunge il quarto posto in classifica. Le prestazioni del bergamasco non passano inosservate e anche per lui arriva la convocazione da parte di Giampiero Ventura.

Torreira oscura Cigarini

Durante la sessione estiva di mercato la Sampdoria acquista Luca Cigarini dall’Atalanta. L’esperto regista è il titolare prescelto per il ruolo di regista della formazione blucerchiata. Alle sue spalle, il giovane uruguayano Lucas Torreira, in grado di farlo rifiatare in alcune occasioni.

Sampdoria vs Atalanta

Questo è quanto ci si aspettava, ma Marco Giampaolo non sembra essere dello stesso avviso e così già dalla prima di campionato affida le chiavi del centrocampo al 20enne sudamericano. E oggi abbiamo una situazione inversa rispetto alle attese del precampionato con l’esperto Cigarini a far da rincalzo al titolarissimo Torreira, e per giunta uniche due gare in cui l’ex Atalanta è partito nell’undici iniziale al posto del classe ’96 per i blucerchiati sono arrivate due sconfitte.

Pellegrini, titolare a suon di gol e assist

Sicuramente nella prima stagione che vedeva il Sassuolo partecipare ad una competizione europea Lorenzo Pellegrini non era, almeno all’inizio, considerato un titolare del centrocampo a tre di Eusebio Di Francesco. Ancora di più dopo aver saltato parte della preparazione per un infortunio alla caviglia.

Pellegrini

Ma dalla partita con la Juventus il tecnico degli emiliani decide di affidarsi a lui, anche a causa dei numerosi infortuni che hanno falcidiato la rosa neroverde. Il giovane classe ’96 risponde positivamente dimostrando un’ottima tecnica e soprattutto una grande personalità, nonostante la giovane età, e si conquista la fiducia del suo tecnico che tra campionato ed Europa League gli concede ben 1.189 minuti di gioco durante i quali il prodotto del settore giovanile della Roma realizza 3 gol e 4 assist, che gli hanno permesso di scalare le gerarchie nella mediana di Di Francesco.

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