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Psg, è strappo tra Neymar e Emery: il tecnico potrebbe lasciare a fine stagione

Lo screzio in allenamento con mister Emery sembra essere un ulteriore indizio del mancato ambientamento di Neymar a Parigi. Ma la scelta è stata fatta in estate e il futuro è già tracciato: a fine stagione saranno altri a lasciare il club, non certo un giocatore per il quale il club ha speso oltre 200 milioni.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'arrivo di Neymar sotto la Torre Eiffel ha scosso Parigi nel profondo. Una città in festa, un popolo calcistico che finalmente ha il proprio Redentore da osannare e pregare, una Nazione che si scrolla di dosso la nomea di avere un campionato sì importante ma a livello continentale sempre un passo dietro a Premier, Bundesliga, Liga e Serie A. Il brasiliano dall'ingaggio dorato ma anche dai piedi delicati e dalle movenze da campione, insignito del ruolo più grande cui possa puntare un giocatore ancora in crescita: il migliore in assoluto. E la differenza la fa, segnando e facendo segnare, con un Psg che vola in Ligue1 e in Champions. Ma con un però: quella presenza ingombrante che inevitabilmente va a cozzare con chi nel club c'era già prima di lui e non ha alcuna intenzione di doversi rifugiare nell'ombra di Neymar.

La voglia di riscatto del Psg

La critica, tutta, dall'arrivo dell'ex Santos e Barcellona ha espresso il proprio oracolo: il Paris Saint Germain è pronto per imporsi nei palcoscenici olimpici, laddove si ergono solamente i club più grandi. L'Europa attende Parigi con Neymar a cavallo di un esercito di compagni affamati di rivincite calcistiche. Troppe le rinunce e le sconfitte in campo continentale, non ultima la tremenda beffa subita dal Barcellona lo scorso anno che decretò un obbligatorio cambio di rotta da parte della proprietà araba. Che, a discapito di regolamenti e denunce, ha investito anche più del dovuto per costruire un super team.

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Tutti per il Psg, il Psg per Neymar

A Parigi si è festeggiato un mercato di contenimento: nessuna stella è partita, laddove Cavani, Pastore, Verratti e Di Maria apparivano oramai già ex calciatori a fronte di arrivi onerosi e importanti. E invece, la struttura lasciata nelle mani di Unai Emery, un tecnico che d'Europa se ne intende avendo vinto due Europa League consecutive a Siviglia, è rimasta intatta, impreziosita da altri due diamanti grezzi, Neymar e Mbappè, pronti ad essere modellati per creare il prezioso più invidiato. Una scelta che ha comportato difficoltà e lotte aziendali contro chi accusava il Psg di aver osato oltre legge, ma che sul campo ha dato frutti subito maturi con la leadership in campionato e il primato nel girone Champions.

I primi attriti: Cavani

Purtroppo, con i frutti buoni qualche seme malandato ha però rischiato di rovinare l'intero raccolto. Prima i litigi con Edinson Cavani per il ruolo da protagonista in campo, poi le voci sulle concessioni e privilegi cui ha piegato la società, quindi ora le indiscrezioni su una costante frizione con il tecnico Emery. Per Neymar, se Parigi ben presto si è trasformata in reggia, a lungo termine rischia di portarlo verso la ghigliottina, circondato più da nemici che da amici che arriverebbero a chiederne la testa.

L'ultimo litigio: Emery

Secondo quanto riportato dall’Equipe, l’ex giocatore del Barcellona ha avuto da ridire nei confronti di Emery nell'allenamento di venerdì, reo di non averlo schierato con i giocatori non impegnati nel match di Coppa contro l'Anderlecht. Neymar avrebbe voluto giocare, il tecnico lo ha spedito negli spogliatoi con gli altri titolari. Risultato: un pallone scagliato violentemente contro il muro da parte del brasiliano davanti a stampa e curiosi.

Psg ad alta tensione

Nessuno ha perso tempo. In Francia è già nato un nuovo caso Neymar-Emery come se non si potesse restare tranquilli nemmeno per la pausa delle Nazionali. Non si parla d'altro: Neymar e l'ambientamento nel Psg. Le liti con i nuovi compagni, lo spogliatoio diviso in due, il nervosismo in campo (vedasi l'espulsione contro l'OM), infine il fastidio per le decisioni del proprio tecnico. Che non ha nascosto il problema sottolineando come l'arrivo del brasiliano ha destabilizzato l'ambiente, aspettandosi maggior impegno nell'adattarsi da parte dell'ex Barcellona.

Gli addii della prossima estate

Ovviamente il futuro è comunque già delineato in una storia che non potrà concludersi con un lieto fine "e tutti vissero felici e contenti". Al di là dei risultati, al di là di eventuali titoli, al Psg la scelta è stata fatta nella calda estate del 2018 quando si investirono oltre 200 milioni per il brasiliano. Il resto non conta, o conta meno. Anche se porta il nome del Matador Cavani o di mister Emery. Saranno loro a fine anno a far le valigie e vedere la Torre Eiffel in cartolina.

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