Processo Alto Piemonte, la sentenza: “La ‘ndrangheta controlla tifo Juve”
La ‘ndrangheta si è di "fatto imposta nel tifo organizzato esercitando un vero e proprio controllo dei gruppi che supportano la Juventus". E' quanto scrive il tribunale di Torino rendendo note le motivazioni della sentenza del processo Alto Piemonte, relativa nei suoi vari aspetti anche ai rapporti tra i boss della malavita e il mondo della curva. Un processo conclusosi nel capoluogo piemontese nello scorso giugno con ben 13 condanne.
Processo Alto Piemonte, la ‘ndrangheta controlla il tifo della Juventus
L'associazione malavitosa dunque ha trovato il modo di imporsi all'interno del tifo organizzato, controllando così i gruppi che supportano la Juventus. Una situazione che ha influito ovviamente sulla gestione dei biglietti per le partite della formazione bianconera. Sempre nella sentenza si legge che la rivendita dei biglietti a prezzo maggiorato è "formalmente riferibile ai gruppi del tifo organizzato – come riportato dall'Ansa – i quali, pur esercitando una rilevante forza intimidatoria nei confronti della società, agiscono tuttavia sotto il diretto controllo della ‘ndrangheta".
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Il ricatto dei tifosi alla Juventus
In un altro stralcio della vicenda si fa il punto sui rapporti tra i tifosi e la Juventus, punto considerato nodale: "Il punto nodale della vicenda non è la forza di intimidazione esercitata dalla ’ndrangheta sulla Juventus, che è invece sottoposta al ricatto dei propri tifosi, bensì quella esercitata dal sodalizio sul mondo del tifo organizzato al fine di acquisirne il completo controllo".
Le condanne per il processo Alto Piemonte
Il processo Alto Piemonte ha portato nello scorso giugno a 13 condanne. Tra queste anche quelle riguardanti Saverio Dominello, a 12 anni e un mese, e il figlio Rocco, 7 anni e 9 mesi. Quest'ultimo capo ultrà della Juventus, è stato accusato di avere permesso alla ‘ndrangheta di inserirsi nel business del bagarinaggio. Assoluzione invece per il tifoso Fabio Germani, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Andrea Agnelli inibito per un anno dal tribunale della Figc
Pochi giorni fa nel frattempo è arrivata anche la condanna a 12 mesi di inibizione e 20mila euro di multa per Andrea Agnelli, oltre a 300mila euro per il club. Il presidente della Juventus è stato ritenuto colpevole di aver avuto rapporti "proibiti" con alcuni ultrà bianconeri. Un verdetto che i legali del patron sperano di ribaltare in appello, visto che già c'è stato un dimezzamento della pena rispetto a quanto richiesto da procuratore federale, 2 anni e 6 mesi.