“Prima” giornata di Serie A all’insegna dei gol, di Conti e di Mangia

Giá si pensa ai debutti internazionali in Champions e in Europa League e al prossimo turno che ripartirà il 17 settembre con un nuovo ‘botto' dopo Milan-Lazio 2-2, cioè sabato sera con Inter-Roma, match che profuma già di penultima spiaggia per parecchi protagonisti di entrambe le sponde.
TANTI GOL FATTI… O SUBITI? – Ciò che la prima giornata di Serie A ci ha lasciato è certamente un bel po' di spettacolo e divertimento, emozioni e una valanga autentica di gol. Ben 35 con una media altissima rispetto al trend che ci aveva abituato. 3,5 reti a gara, un solo noiosissimo 0-0 e una partita – il digestivo della domenica sera a Palermo – con sette realizzazioni. Tanta roba, numeri che fanno ben sperare in una stagione apertissima e combattuta e che potrebbero sovvertire le polemiche su un ridimensionamento verso il basso del nostro movimento. Segnare fa sempre bene ma c'è anche da guardare il bicchiere mezzo vuoto per prevenire facili illusioni. Milan, Napoli, Inter, le tre di Champions hanno infilato la porta avversaria complessivamente 8 volte, subendo peró – complice la goleada presa dai nerazzurri in Palermo-Inter 4-3 – 7 reti. Troppe, perchè in campo internazionale sarà molto più difficile andare a segno e più impegnate saranno i reparti difensivi davanti ad attacchi stellari di prim'ordine. E questa grandinata di reti potrebbe significare invece una cosa, se non venisse supportata da prove maiuscole in campo internazionale: che effettivamente il nostro campionato si è livellato verso il basso concedendo un divario minore tra le prime della classe e le cosiddette ‘provinciali', tanto da far nascere partite in cui ad ogni tre-quattro occasioni si segna o si subisce una rete.

DIETRO AL PROFESSOR PIRLO, OTTIMI SCOLARI – Se questo elemento puó essere letto in modo bivalente poco c'è invece da inventarsi sui migliori e i peggiori della classe del primo giorno di scuola. I primi compiti a casa hanno infatti rivelato alcune interessanti conferme, qualche bocciatura e alcuni ‘studenti' rimasti in sospeso. Tra i migliori, anzi "il migliore" a maggioranza assoluta, c' è Andrea Pirlo, anima e mente della Juventus di Antonio Conte. Il poker rifilato al Parma ha messo in evidenza le geometrie dell'ex milanista che ha rispolverato giocate e assist dal cassetto del talento, confermando la sensazione che la Juve, alla ricerca durante tutta l'estate di una stella da acquistare, in realtà il top-player ce l'aveva già in casa e a parametro zero. Dietro al centrocampista della Nazionale, merito importante va anche a due ‘vecchi capitani' di borgata: Miccoli e Conti. Entrambi infatti hanno trascinato rispettivamente Palermo e Cagliari alle prestigiose vittorie su Inter e Roma, il primo segnando una doppietta, il secondo aprendo le marcature contro la sua vittima sacrificale preferita, la squadra giallorossa, sua prima casa al tempo delle giovanili e che non credette alle doti del figlio dell'indimenticato Bruno. Tra i calciatori degni di merito, ci sono anche Van Bommel che ha saputo dare la scossa al Milan sotto di due reti per i gol di Klose e Cissè (molto bene anche loro), Diego Milito tornato al gol co n regolarità malgrado la sfortunata trasferta nerazzurra, Pinardi del Novara, regista capace di condurre la sua squadra ai primi punti in Serie A e l'argentino dell'Atalanta, Moralez, autore di una doppietta.

JULIO CESAR E NESTA, PRIMI TRA GLI ULTIMI – Deludenti e rimandati, invece molti nomi noti e attesi dal debutto. Nella Roma di Luis Enrique difficile dire chi si possa essere salvato al di là del risultato. Totti e Pjanic a parte tutti si sono notati per una prestazione negativa. Anche Angel, autore di una buona prestazione, ha macchiato la sua gara e condannato la Roma con una espulsione da evitare. Cosí come Osvaldo e Bojan, i due perni d'attacco che mai hanno impensierito il Cagliari come le attese e la qualitá aveva richiesto alla vigilia. Male anche Julio Cesar nell'Inter e Alessandro Nesta nel Milan, due totem in casa meneghina che hanno tradito le attese. Per il rossonero ci ha pensato la coppia Ibra-Cassano a rimettere i cocci a posto, ma per il nerazzurro non c'è stata occasione di recupero, prendendosi la responsabilità di 2 dei 4 gol subiti a Palermo. Troppi per il portiere titolare della Nazionale e attuale campione del mondo in carica. Nelle seconde file, altre delusioni sono arrivate dai vari collettivi: il Bologna, il Catania, il Siena e il Genoa hanno deluso su tutto il fronte, lasciando più dubbi che buoni ricordi.

DEVIS, IL "MANGIA" TECNICI – Ma la prima giornata ha anche aperto il fronte ad un'altra considerazione evidente che non riguarda i giocatori bensì le panchine: molti tecnici di secondo piano hanno vissuto una prima giornata da leoni, mettendo in ridicolo colleghi più titolati e blasonati. Il capofila di questo evento è certamente Devis Mangia, l'ex tecnico della primavera del Varese e oggi in panchina in Serie A a Palermo nel dopo-Pioli. Un ‘carneade' capace di tenere in scacco il collega Gasperini e a infondere ad una squadra presa in mano non più tardi di due settimane fa, una sicurezza a una tranquillitá che hanno portato i rosanero a vincere e convincere. Certo, il cammino è lungo, ma chi ben incomincia… Lo sa bene anche Sannino, al debutto assoluto in massima serie e che è l'unico soddisfatto nel pareggio a reti inviolate tra Catania e Siena. Un buon esordio con una squadra messa in campo alla perfezione, con la consapevolezza dei propri limiti tattico-tecnici. Risultato? Il Catania di Montella imbavagliato e legato e assolutamente incapace di fare gioco davanti al proprio pubblico. Stesso dicasi per Tesser: a Verona il Novara ha dimostrato di non essere una colomba in un cielo popolato da falchi. I piemontesi hanno recuperato due reti al Chievo con un punto in classifica che fa ben sperare per il futuro. una chiosa particolare anche per Ficcadenti e il suo Cagliari. Tutti aspettavano il nuovo fenomeno della panchina, Luis Enrique, insegnare agli isolani gioco e schemi nuovi ed invece ci si è ritrovati col tecnico del Cagliari a dar lezione di umiltá e determinazione alla più blasonata Roma.