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Premier, Ranieri miglior manager di marzo: “Il premio andrebbe dato al Leicester”

Il tecnico italiano mantiene il profilo basso e non parla di titolo: “Con il Sunderland un’altra battaglia, siamo vicini alla qualificazione in Champions League”.
A cura di Alessio Morra
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Claudio Ranieri sta facendo incetta di premi e di riconoscimenti. Dopo aver vinto il prestigioso premio Bearzot, che gli verrà consegnato a Roma il prossimo 9 maggio, dopo aver scoperto che in caso di vittoria della Premier probabilmente a Leicester ci sarà una ‘Ranieri Road’ e dopo aver ascoltato il principe William dire: “Spero davvero che il Leicester riesca a vincere la Premier. Sarebbe un bene per il calcio”, il tecnico delle ‘Foxes’ ha ottenuto il premio come manager del mese di marzo. Ranieri, con eccessiva modestia, ha detto che il premio più che suo è della squadra: “Sono contento, ma andrebbe assegnato alla squadra. I miei giocatori stanno facendo sognare i tifosi del Leicester. Tantissimi bambini vengono al nostro centro tecnico. É incredibile”.

Il tecnico romano sa benissimo che il Leicester è abbastanza vicino al titolo, i sette punti di vantaggio sul Tottenham (a sei giornate dal termine) rappresentano un margine assicurante. Ma nonostante ciò Ranieri vuole mantenere il basso profilo perché crede che ci siano ancora delle insidie per i suoi ragazzi, che già domenica pomeriggio dovranno sfidare il Sunderland di ‘Big Sam’ Allardyce e degli italiani Mannone e Borini, penultimo in classifica e assai bisognoso di punti per una salvezza che pare assai difficile da conquistare:

Quante vittorie per conquistare il titolo? Le nostre avversarie possono vincerle tutte, noi per ora siamo sicuri di andare in Europa e stiamo lottando per un posto in Champions. Il gioco? Per me è importante che ciascun calciatore riesca a dare il meglio di sé. La somma di tutti quanti fa una squadra. Per noi è importante poi capire quale siano le caratteristiche predominanti del gruppo e in base a quelle si sceglie la migliore formula possibile. Contro il Sunderland sarà durissima, un’altra battaglia. Ma siamo pronti.

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