Premier, il Leicester dei miracoli adesso è un esempio

Il momento magico del Leicester continua a raccogliere consensi ovunque. L'ultimo riconoscimento è arrivato addirittura dal Financial Times, noto quotidiano finanziario che ha analizzato la favola del club delle Midlands Orientali arrivando alla conclusione che l'avventura del club inglese, comunque finisca, rappresenta la dimostrazione che nel mondo moderno chiunque può riuscire ad imporsi ad altissimi livelli, e nello specifico nel calcio senza essere un top club come Chelsa o Manchester United.

Già due anni fa, infatti, il Leicester pur militando nella seconda divisione inglese (la Football Championship) utilizzava un approccio tecnologico e scientifico nel calcio: i dati di ogni calciatore venivano forniti agli stessi dopo ogni gara. Poi, una folta rete di osservatori è andata a pescare calciatori in grado di fare la differenza: sono spuntati così i talenti di James Vardy, Riyad Mahrez e N'Golo Kanté, oggi contesi da tutte le grandi squadre d'Europa. A coronamento del progetto è arrivato anche Claudio Ranieri, che nel suo piccolo ha apportato diverse innovazioni.

Allenamento leggero il lunedì e due giorni di riposo a settimana: ed il Leicester sta volando. Diversi accorgimenti in campo, come ad esempio i falli tattici "a rotazione" per evitare rossi e squalifiche, tanto per dirne una. E la classifica parla chiaro: capolista con 66 punti, a +5 dal Tottenham a sette giornate dalla fine e la quasi matematica certezza di partecipare alla prossima fase a girone della UEFA Champions League, una prima assoluta per un club che nella sua storia ha vinto appena tre coppe di Lega ed una supercoppa. Non a caso per il Financial Times il Leicester è la dimostrazione che anche la multiculturalità è un valore: proprietari thailandesi, allenatore italiano, roster cosmopolita. Una bella risposta ai top club che, con i loro milioni, sono costretti ad inseguire il Leicester dei miracoli.