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Prandelli disoccupato e infelice: “Senza squadra soffro”

L’ex-tecnico del Galatasaray ed Italia è ancora senza squadra: “Ma l’anno scorso anche Allegri era senza panchina, mentre Luis Enrique ha preso tante sberle a Roma: è il nostro destino di allenatori”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Cesare Prandelli è uno dei "disoccupati" di lusso del panorama calcistico internazionale. Un destino condiviso, allo stato attuale, da Carlo Ancelotti, Pippo Inzaghi e Vincenzo Montella, rispettivamente esonerati a fine stagione da Real Madrid, Milan e Fiorentina. Per l'ex-commissario tecnico della nazionale italiana l'assenza dai campi di gioco è un po' più lunga: era stato esonerato lo scorso 27 novembre 2014 dal Galatasaray, dopo che il club turco era stato eliminato dalle competizioni europee: appena cinque mesi prima, il 24 giugno, si era dimesso da commissario tecnico dell'Italia, dopo il deludente mondiale brasiliano.

"Forse avrei dovuto aspettare un paio di giorni prima di dimettermi", ha ammesso oggi Cesare Prandelli. L'ex-tecnico azzurro, come riporta Gazzetta, ha ancora l'amaro in bocca per la sua avventura con la Nazionale. "Ancora non riesco a guardare le gare dell'Italia, la ferita è sempre aperta e non si chiuderà. Poi magari ho avuto troppa fretta di ricominciare", ha spiegato parlando della sua decisione di firmare per il club turco pochi giorni dopo, "non vedevo l'ora, anche se tutti mi ripetono che fu un errore passare di corsa al Galatasaray. Mi convinsero le parole di un presidente visionario purtroppo false".

Ad oggi, per Prandelli è ancora lontana la chiamata di un nuovo club. "Rosico a stare fermo", ha spiegato ancora il tecnico di Orzinuovi, "voglio una sfida, non un progetto. Una sfida senza preclusione. Anche in Serie B. Oggi Allegri è un nome, giustamente, mondiale, ma un anno fa non aveva una panchina, mentre Luis Enrique ha preso tante sberle a Roma: è il nostro destino di allenatori". E chissà che non possa alla fine tornare ad allenare in Serie A, dove le panchine sono sempre quelle più traballanti, visto che soprattutto a livello internazionale i risultati non arrivano. "Bisogna ripartire dai vivai, limitando gli stranieri nei settori giovanili, altrimenti è tutto inutile". Parola di Cesare Prandelli.

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