“Povera bimba, come si fa a dirle che papà è morto”, Conte ricorda Astori
Povera bimba, come si fa. Antonio Conte non sa darsi pace, il primo pensiero è per la figlioletta di Astori, Vittoria, per la compagna, Francesca, e per la famiglia del calciatore sconvolta dalla morte improvvisa, inattesa, avvenuta a 31 anni per un arresto cardiocircolatorio. Il cuore – dell'uomo e dello sportivo – non ha retto, chissà cosa è successo. Chi se ne frega se il Manchester City e Pep Guardiola hanno dato al Chelsea l'ennesima lezione di calcio. Chi se ne frega se Mou gli fa marameo. Chi se ne frega se la vetta è distante 20 punti e i Blues sono fuori perfino dalla zona Champions (-5 dal Tottenham quarto).
Quando le squadre vanno in campo la notizia del decesso ha fatto il giro del mondo: è rimbalzata da Udine, dove il capitano della Fiorentina è stato trovato senza vita nella stanza d'albergo dove la squadra era in ritiro prima della gara di campionato, fino all'altra parte della Manica. L'ex commissario tecnico della Nazionale è andato in campo con la fascia nera al braccio, la indossavano anche tutti gli altri membri del suo staff in segno di lutto e di profondo dolore per quanto accaduto a quel ragazzi che aveva incontrato tante volte da avversario e poi aveva voluto con sé in Azzurro.
Quella di Astori è una tragedia, una notizia orribile – ha ammesso Conte ai microfoni di Sky Sports Inghilterra -. E' difficile per me in questo momento commentare. In Nazionale l'ho allenato, era un difensore molto forte e un gran professionista. Oggi faccio fatica a parlare di calcio. Quella che è capitata ad Astori è una tragedia. E' stato un ragazzo di grandi valori che ho avuto con me e posso dire che era un ragazzo eccezionale. Mi dispiace tantissimo per i suoi genitori, per la sua compagna e per la sua bambina. Io non riesco a trovare le parole giuste in questo momento.