Portogallo, che difesa. Si salva Griezmann, Pogba no

Il Portogallo è campione d'Europa al termine di una battaglia durata 120 minuti. Francia domata, nonostante le condizioni del match si fossero messe subito in discesa sin dalle prime battute. La partita, infatti, è stata subito condizionata dal brutto infortunio di Cristiano Ronaldo, che avrebbe meritato ben altra sorte (i messaggi di solidarietà per CR7 da Bale a Del Piero), ma nel contempo non ha perso sul piano delle emozioni e dello spettacolo. I lusitani, senza il loro leader, si sono compattati ulteriormente giocando una gara gagliarda, grazie tra gli altri al sacrificio degli indomiti Nani e Joao Mario, al solito Renato Sanches, rivelazione di quest'Europeo e a Guerreiro che colpisce anche una traversa incredibile su punizione.
La Francia, invece, forte di una retroguardia che si è cementata attorno all'esperto Koscielny e all'emergente Umtiti, alla sua terza presenza con i Blues, ha trovato anche nei subentrati Coman e Gignac dei protagonisti aggiunti, capaci di far correre grossi pericoli alla retroguardia avversaria, ma gli è mancato il guizzo vincente. Andiamo, dunque, a osservare più nel dettaglio i top e i flop della finale dell'Europeo.
Top
- Eder: l'uomo della provvidenza. Entra nel finale dei tempi regolamentari con il compito di far salire la squadra, tenere palla, dare un riferimento offensivo anche per i lanci lunghi che sono l'unica soluzione a disposizione delle trame offensive dei lusitani. Lui fa tutto e bene, poi nel secondo tempo supplementare si inventa quella perla di gol che vale un'intera carriera.
- Sissoko: ti aspetti Pogba o Payet e invece spunta questo gigante del Newcastle, in versione "tuttocampista". Dinamico, propositivo, abile nelle due fasi: duro in copertura, puntuale in ripiegamento e pericoloso dalle parti di Rui Patricio, chiamato alla gran parata sia nel primo che nel secondo tempo.
- Rui Patricio: insieme a Lloris, la rivelazione tra i pali di questo Europeo. Guida il reparto, infonde sicurezza, partecipa anche all'avvio dell'azione grazie a piedi molto educati, non perde mai la concentrazione e si fa valere nelle uscite. Decisivo in più di un'occasione, specie contro Sissoko e Griezmann nel primo tempo, Giroud e ancora Sissoko nel secondo.
- Griezmann: il piccolo Diavolo è una continua spina nel fianco per la difesa portoghese e legittima il titolo di capocannoniere dell'Europeo (6 gol in 7 partite) con un'altra buona prestazione . Per larghi tratti sembra non toccar palla, né partecipare alla manovra, poi gli basta un taglio, una giocata suggerita e per Rui Patricio sono sudori freddi. Unica pecca: essere calato proprio nel supplementare.
Flop
- Payet: il 4-3-3 disegnato da Deschamps non esalta le sue qualità costringendolo a frequenti ripiegamenti, lui poi ci mette del suo con il bruttissimo fallo che mette ko Cristiano Ronaldo e finisce per condizionarlo psicologicamente. Esce prima dell'ora di gioco senza lasciare il segno, come pure gli era riuscito più volte in questo Europeo.
- William Carvalho: interpreta il ruolo di frangiflutti davanti alla difesa e lo fa anche bene sacrificandosi in copertura e nei raddoppi difensivi, ma nell'impostazione e nel rilancio dell'azione è completamente carente. Da regista arretrato ci si aspetterebbe molto di più.
- Pogba: è in una di quelle giornate in cui passa la maggior parte del tempo a ciondolare indolente in mezzo al campo, senza trovare mai equilibri e posizione. Oscurato da un super Sissoko e anche dall'ex compagno di squadra Coman.
- Evra: si fa vedere poco come il compagno della Juventus. Potrebbe spingere di più, costringendo più spesso Nani a rincorrerlo e a spendere energie e invece si limita al compitino. Da un giocatore della sua esperienza ci si aspetterebbe una migliore lettura della gara.