Portieri italiani merce rara ma al Milan e al Napoli ‘non passa lo straniero’
La Serie A è cominciata e con essa anche i tanti acquisti che sono stati effettuati nel corso di questa ultima logorante sessione di mercato estiva, si stanno affacciando, alcuni anche per la prima volta, al nostro campionato. Una Serie A che è cambiata per diversi aspetti. L’arrivo di Cristiano Ronaldo ha costretto le altre big ad alzare ulteriormente il tiro, sempre ovviamente a seconda delle proprie possibilità economiche. Ma c’è anche un aspetto importante che forse non va sottovalutato. A novembre 2017, quasi un anno fa., il pareggio di San Siro dell’Italia contro la Svezia, ci ha negato di accedere a Russia 2018. Da lì in poi, un lungo dibattito sul calcio italiano, la cultura sportiva del nostro Paese, e la necessità di riformare i vivai e dare ampio spazio ai giovani talenti nostrani. Questo nella stagione 2018/2019 in parte sta accadendo, ma in parte no. Il ruolo di portiere sembra infatti essere stato accantonato. Con Buffon andato in Francia, solo 2 big di A hanno deciso di puntare su portieri italiani, le altre invece, ancora su stranieri che forse hanno anche qualcosina in meno rispetto ai nostri ragazzi. Ma di chi è la colpa di tutto questo?
Milan e Napoli le uniche a crederci
Sono state infatti sono soltanto Milan e Napoli ad affidarsi a giovani italiani per difendere la propria porta in questa stagione. Certo, i rossoneri, hanno ormai in Gigio Donnarumma la colonna tra i pali dei prossimi 20 anni (Raiola permettendo). E se lo sono ritrovato in porta solo grazie a Mihajlovic che con un’intuizione gli diede la maglia numero 1 lasciando fuori uno come Diego Lopez. Per il classe 1998 oggi si apriranno sicuramente le porte della Nazionale dopo l’ormai certo addio di Buffon (ma non è ancora detto).
Diversa invece la situazione del Napoli che dopo aver lasciato andare Reina, oggi si è affidata alle mani di Alex Meret. Uno che ad Udine non è mai stato preso troppo sul serio, ma che con la Spal, lo scorso anno, malgrado un infortunio che l’ha tenuto un po’ di tempo fuori, ha fatto vedere le sue qualità. Con gli azzurri un altro stop per infortunio, ma presto tornerà anche se dovrà giocarsi il posto con Karnezis e soprattutto l’ex Arsenal Ospina. Si spera che il calcio italiano possa regnare anche all’ombra del Vesuvio.
Ma perchè le altre non hanno puntato su portieri italiani?
Una domanda che andrebbe fatta sicuramente alla Juventus che dopo l’addio di Buffon, si è ritrovata a dover rimpiazzare il portiere più forte del mondo. Non è semplice, neanche per chi è arrivato dopo, prendere questa pesante eredità. Ma la società bianconera, da sempre lungimirante in queste cose, ha pensato di dare questa responsabilità ad un polacco come Szczesny. Certo, il portiere ex Roma, che aveva fatto bene lo scorso anno quando chiamato in causa, non sembra essere da meno a Mattia Perin che al momento è secondo dello stesso Szczesny.
La sua esperienza all’Arsenal ha forse convinto Allegri a metterlo in porta per questa sorta di esperienza internazionale? Niente di così falso dato che le inglesi sono solite lanciare i calciatori in campo senza alcun problema. Quindi il polacco potrebbe essere uno dei tanti. Perin ha solo avuto la sfortuna di essersi sempre giocato la salvezza tra Pescara e Genoa senza riuscire mai a convincere le big in questi anni. Ma ne ha le qualità per essere un vero numero 1 in una big.
Allegri ha parlato di vivai di ‘polli d’allevamento’
E’ ormai diventato virale il video in cui Allegri parla e valuta la situazione generale dei settori giovanili italiani. Il tecnico bianconero (specificando di non voler fare lezioni di calcio a nessuno), ha evidenziato come oggi nei vivai italiani si crescano giovani come ‘polli d’allevamento’. Togliendogli l’estro e la fantasia e rendendoli tutti uguali nel modo di giocare e di pensare. Anche i portieri italiani oggi sono stati leggermente bistrattati. Plizzari del Milan, classe 2001 con enormi potenzialità, è stato dato in pasto alla B lo scorso anno retrocedendo in malo modo con la Ternana.
Un esempio lampante di come oggi la scelta più semplice sia quella di affidare nelle mani di questi ragazzi, responsabilità leggere rispetto all’adrenalina di una presenza improvvisa, proprio come capitò a Buffon, di una gara in Serie A, in cui gli stimoli sarebbero maggiori e le possibilità di mettersi in evidenza tantissime non avendo nulla da perdere. E’ forse proprio questo coraggio che manca.
Le altre di A che hanno affidato la propria porta a italiani
Con Olsen alla Roma, Handanovic all’Inter, Strakosha alla Lazio e Lafont alla Fiorentina, c’è davvero poco da essere fieri per quanto riguarda le big della nostra Serie A. Ci sono però alcuni veterani che giocano nelle cosiddette ‘provinciali’ forti proprio di un’esperienza pregressa in questo tipo di squadre. Stiamo parlando dei vari Sorrentino al Chievo, Marchetti al Genoa (insidiato da Radu), Sportiello al Frosinone, ma anche Sirigu al Torino e Consigli al Sassuolo. Per il resto, solo Cragno a Cagliari e Sepe al Parma (non proprio giovanissimi, 24 e 27 anni), sono gli altri italiani a difendere la porta delle squadre italiane.
Ma di giovani neanche l’ombra. L’unica squadra su 20 è l’Empoli che ha deciso di scommettere su Provedel, che nonostante tutto è un classe 1994. Skorupski al Bologna, Audero alla Samp, Musso all’Udinese e tanti altri, non sembrano essere di certo più forti dei vari Satalino (oggi al Sassuolo in panchina) o anche di Zaccagno che in estate è stato l’ombra di Sirigu al Torino prima di passare al Pro Piacenza in Serie C.