Pogba e quella punizione maledetta: non basta una 10 per fare un leader
Maledetta è la sconfitta. Maledetta – nel senso letterale del termine – è la punizione calciata da Pogba alle stelle. ‘Maledetta' non è stata, perché non c'era Pirlo a batterla. Maledetta è stata quella traiettoria che ha scatenato l'ironia tagliente del popolo dei tifosi anti-juventini. La ‘maledetta' di Paul è un tiro sballato che si spegne in Curva mentre lo stadio rumoreggia, mugugna e fischia perché a uno spettacolo del genere non era abituato. Ma cosa ha combinato? E quella ‘dieci' che indossa, la ‘dieci' di Del Piero e Platini, la ‘dieci' dell'Apache che avrebbe saputo come guidare l'assalto all'arma bianca, la ‘dieci' messa sulle spalle con orgoglio e sfida personale, non è stata mai così pesante. Servono spalle larghe e non basta la doppia cifra per fare un leader. ‘Maledetta' è la squadra che senza il peso (tecnico e tattico), il carisma dei senatori d'una volta si lascia infinocchiare da un gol di Thereau, lasciato tutto solo davanti a Buffon. Libero di deviare a rete. Un tap-in di piatto comodo, comodo che rende ‘maledetta' la prima giornata di campionato allo JStadium.
‘Maledetta' è stata la prestazione offerta dal calciatore per il quale il Chelsea è disposto a fare follie: 95 milioni di euro, una manciata di giocatori (Oscar, Willian) messi sulla bilancia come fossero aggiunta per pareggiare il peso. Siamo sicuri che valga davvero tanto? ‘Maledetta' è la nuova dimensione tattica che, per fortuna o purtroppo, si ritrova a interpretare: né carne, né pesce; né ‘dieci' e nemmeno tentacolare come una volta; né trequartista, né regista e nemmeno mezz'ala; poco lucido e altrettanto pronto a colpire come ai tempi – nemmeno tanto lontani – di Pogboom. Non ha giocato male, non ha entusiasmato. E gli è riuscito male tutto: impostare il gioco e finalizzarlo. Però siamo appena all'inizio, in fondo la Juve ha cambiato molto. Ma da un calciatore di 100 milioni di euro ci si attende di più che una gara ‘maledetta'.