Pirlo, assist per Balotelli: “Mario è forte, può essere uno dei migliori bomber d’Europa”
Parole d'incoraggiamento e una lancia spezzata in suo favore. Andrea Pirlo fornisce un assist a Balotelli nel momento peggiore dell'ex attaccante del Milan e della Nazionale. Il Liverpool lo ha messo ufficialmente sul mercato, i tifosi lo hanno disconosciuto da tempo. Il suo manager, Raiola, lo ha offerto quasi in saldo alla Lazio con la possibilità che i reds si accollino il pagamento addirittura del 70% dell'ingaggio. L'avventura inglese s'è rivelata un flop incredibile: arrivato per sostituire Luis Suarez (compito ingrato), del Mario Super non v'è stata mai traccia se non per le solite chiacchiere dei tabloid che lo hanno messo continuamente sotto i riflettori per la vita privata più che per le imprese sportive.
"E' uno dei ragazzi più buoni che esistano – ha ammesso l'ex juventino nell'intervista a Shortlist -, con Mario non ci si annoia mai. Ha commesso degli errori, ma spero che la prossima stagione possa essere positiva per lui perché è un calciatore forte e ha ancora tutte le qualità e le possibilità per diventare uno dei più forti attaccanti d'Europa". Molto più d'una pacca sulla spalla: dagli States, laddove il professore è volato per indossare la casacca dei New York City, arriva un messaggio di sostegno al giocatore che s'è smarrito.
Dalla Serie A alla Major League, il debutto di Pirlo è stato positivo: subentrato nella ripresa contro Orlando, ha messo lo zampino nella vittoria contro la squadra dell'amico ed ex compagno di squadra al Milan, Kakà. Nella Grande Mela è diventato un idolo, quando l'arbitro concesse il via libera all'ingresso in campo l'uomo della ‘maledetta' venne accolto con un'ovazione. "Sono molto contento di vivere a New York – ha aggiunto Pirlo -, la Major League mi affascina e voglio immergermi in questa straordinaria metropoli".
Il tecnico che più ricorda con affetto? "Ancelotti, era come un padre". L'esperienza più brutta, che vorrebbe cancellare dalle curve della memoria? Pirlo non ha dubbi e confessa anche a Shortlist la sofferenza subita per la sconfitta di Istanbul nel 2005 e quella finale di Champions da incubo: "E' stata la peggiore esperienza della mia carriera, e ho imparato che le partite non sono mai vinte. A fine primo tempo vincevamo 3-0 e pensavamo di avere già fatto nostra la Coppa. Adesso non mi sento tranquillo nemmeno se a cinque minuti dalla fine abbiamo 3 gol di vantaggio".