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Pirlo allenatore? “Conte mi ha stimolato, Ancelotti un esempio. Chissà”

Il Professore al Premio Facchetti ha ripercorso la sua carriera nei momenti più salienti, tra immense vittorie (“straordinario il ciclo con il Milan, i miei 10 anni più belli”) alle delusioni (“Ancor oggi non capiamo cosa sia successo contro il Liverpool”). E sul futuro non chiude a nulla: “Il patentino può sempre servire”
A cura di Alessio Pediglieri
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Andrea Pirlo si racconta, tra Inter, Milan, Juventus. Tra Roberto Baggio, Carlo Mazzone, Carlo Ancelotti, Gigi Simoni e Antonio Conte. Un volo a 360 gradi da parte del Professore che incanta la platea del Premio Facchetti con la sua (inconsueta) loquacità con cui si racconta. Aneddoti, retroscena, ricordi, delusioni. C'è tutto il Pirlo uomo e giocatore nelle sue parole e forse anche un po' del Pirlo che verrà, in panchina, ad allenare. Un'ipotesi mai sopita.

"Farò il corso a Coverciano e studierò per diventare allenatore. Molti miei ex compagni non volevano farlo e oggi allenano. I non so, sono ancora giovane. Ma un patentino può sempre servire e lavorare con Antonio Conte mi ha un po' influenzato".

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Tutti i tecnici del Professore. Parole di un giocatore che ha fatto la fortuna degli allenatori per cui ha giocato, da Mazzone ad Ancelotti, fino a Conte e Allegri. Tappe fondamentali di una carriera in Italia vissuta giocando sempre alla grande: "Devo molto al Brescia, a Roberto Baggio, a  Mazzone che per primo mi ha fatto debuttare da play. Ma anche agli anni dell'Inter, soprattutto il primo, poi il Milan e la Juve: ho giocato nelle tre migliori squadre italiane dell'epoca non ho mai avuto desiderio di andare all'estero".

Epopea Milan e il ko di Istanbul. Ovviamente i più bei ricordi sono legati ai dieci anni in rossonero, dove Pirlo ha vinto tutto, da protagonista. "C'è ancora la macchia indelebile di Instabul, non abbiamo ancor oggi capito cosa sia successo. Abbiamo disputato il più bel primo tempo dell'era Ancelotti, poi il black out. Ho voluto anche smettere, poi per fortuna ho continuato e ci siamo presi altre belle soddisfazioni".

Tra Conte e Allegri. Se Ancelotti è il padre-tutore ("Ci sentiamo spesso, abbiamo anche pensato di poter lavorare insieme un giorno"), ci sono altri tecnici che hanno permesso di far crescere Pirlo. Tra questi, Antonio Conte: "Mi ha insegnato come si sta in panchina, mi ha fatto venire voglia di allenare, chissà". E Allegri: "Ha sempre ragione lui, vince. A volte fa giocare bene la squadra, altre volte, no ha le sue idee e le mette sempre in pratica".

Pallone d'oro? No, grazie. Infine, l'ultimo pensiero al Pallone d'Oro, un premio che Pirlo non ha mai vinto ma che lui per primo non ha mai cercato: "Non lo sento come una mancanza nella mia bacheca personale dei trofei. Non ho mai pensato che fosse una cosa così importante per un calciatore"

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