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Piqué: “Spero che a Madrid perdano sempre. E ho fatto il tifo per la Juve”

Il difensore blaugrana, al centro delle polemiche per le sue dichiarazioni contro i “blancos” e per i fischi ricevuti durante l’ultima partita della Spagna, spiega il suo punto di vista: “I motivi dei fischi sono da ricercare nella rivalità con il Real. Durante la partita con i bianconeri, ho tifato contro indossando la maglia di Buffon”.
A cura di Alberto Pucci
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"Non mi pento per niente, lo rifarei mille volte. Io sono così". E' un Gerard Piquè da "prendere o lasciare", quello che si è presentato in conferenza stampa per parlare di un "caso" che lo sta coinvolgendo da diverse settimane. Reduce da alcune prese di posizione forti, con le quali ha appoggiato la richiesta di indipendenza catalana, e da alcune dichiarazioni graffianti e sarcastiche nei confronti di Cristiano Ronaldo e di tutto il Real Madrid, il giocatore del Barcellona è diventato il bersaglio di tutti i tifosi spagnoli: non solo quelli dei "Blancos" ma, addirittura, anche quelli "neutrali" che vanno ad assistere alle partite della nazionale iberica. Per il blaugrana, ormai, l'essere subissato di fischi in ogni stadio (Camp Nou, ovviamente, escluso) è diventata una spiacevole abitudine: "Sono convinto che tutto sia legato alla rivalità fra il Barcellona ed il Real Madrid – ha dichiarato Piquè – Una rivalità che è sempre esistita. Spero sempre che al Real vada tutto male. Durante la sfida contro la Juventus, ho tifato contro indossando una maglia di Buffon. Io sono così. Non ho intenzione di cambiare il mio modo di fare e non ho nulla di cui scusarmi".

Non toccategli la nazionale – Dopo aver spiegato di sentirsi in pace con sé stesso e per nulla colpito da tale terremoto mediatico ("Mi sento molto bene, sia a livello personale che sportivo. Sono un uomo felice e ieri sono anche andato a funghi"), Gerard Piquè ha poi parlato delle ripercussioni che le polemiche hanno avuto sul cammino delle furie rosse di Vicente Del Bosque: "I tifosi hanno il diritto di fischiare e criticare, ma io ho sempre dato il massimo per questa maglia – ha continuato lo spagnolo – Lasciare la nazionale è l'ultima cosa che vorrei fare, e vorrebbe dire abbassare la testa davanti a chi mi fischia, oltretutto, per ragioni sbagliate. Non so per quanto continuerò a giocare con la nazionale. Fino a quando il ct si fiderà di me, io ci sarò". Parole dolci per il commissario tecnico spagnolo che, a breve, dovrà pensare a quali saranno i giocatori da convocare per la prossima partita della Spagna: l'amichevole del 13 novembre contro l'Inghilterra, spostata da Madrid ad Alicante proprio per evitare a Piquè l'ennesima serata di fischi e polemiche.

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