Piatek, l’ultima (per ora) plusvalenza del Genoa e dei Giochi Preziosi (di mercato)
Il polacco Krzysztof Piątek è un nuovo giocatore del Milan, al Genoa andranno 35 milioni di euro in un’unica soluzione senza nessuna contropartita tecnica. Il centravanti classe ‘95 (oggi visite mediche e firma sul quinquennale da due milioni di euro a stagione) andrà quindi a prendere il posto di quel Gonzalo Higuain diretto al Chelsea di Maurizio Sarri risolvendo così i problemi al suo nuovo tecnico Gennaro Gattuso. Il passaggio in rossonero dell’attaccante autore di 19 gol tra campionato e Coppa Italia nella prima parte di stagione risolve anche i problemi di bilancio del Genoa che mette a segno l’ennesima plusvalenza della gestione Enrico Preziosi (la più grande da quando è alla guida del Grifone con la quale si dovrebbe superare quota 300 milioni di plusvalenze negli ultimi 9 anni) che come accaduto nelle passate stagioni sarà fondamentale per la continuità aziendale del club rossoblu altrimenti impossibile dati gli ingenti debiti.
Trenta milioni di motivi per cedere Piatek
Con la plusvalenza da oltre 30 milioni effettuata con il centravanti polacco acquistato in estate per 4,5 milioni di euro dal Cracovia e, come detto, appena venduto al Milan per 35 milioni il patron rossoblu si è assicurato la certezza di mantenere in piedi una baracca che non ha una situazione del tutto rosea almeno per un altro anno. Per il numero uno genoano, in sella al club dal luglio 2003, non si tratta di una novità in quanto è proprio grazie all’abilità nel vendere i giocatori facendo enormi plusvalenze che fino ad ora è riuscito ad evitare il tracollo. A tal proposito è interessante andare a dare uno sguardo a quelli che sono stati i principali affari fatti dall’imprenditore irpino da quando è proprietario del Genoa.
Genoa-Milano, l’autostrada delle plusvalenze
Non solo Piatek, tra le principali vitali plusvalenze effettuate dal Genoa di Enrico Preziosi sono tante quelle che hanno visto come acquirente il Milan di Berlusconi prima, di Mr. Li poi e del Fondo Elliott adesso. Da Stephan El Shaarawy (19,77 milioni di euro contabilizzati nel 2011) e Sokratis Papastathoupoulos (12 milioni nel 2010) a Stefan Simic (9,5 milioni nel 2013) e Marco Borriello (9 milioni nel 2008) fino a Diego Laxalt (8,2 milioni nel 2018), a cui possiamo aggiungere anche quelle operazioni di entità minore come quella relativa a Kevin Costant, Kevin Prince Boateng o ancora Luca Antonelli o Juraj Kucka e tante altre relative ad alcune giovani promesse che poi non sono riuscite a sfondare nella massima serie, sono infatti oltre 80 i milioni di euro di plusvalenza messi a bilancio negli anni grazie ad operazioni effettuate con i rossoneri prima dell’affare Piatek.
Tante plusvalenze del Genoa però sono arrivate però anche grazie all’altro club di Milano, ovvero l’Inter. Le operazioni con i nerazzurri più importanti dal punto di vista economico sono certamente quelle relative al passaggio al Biscione dell’attaccante argentino Diego Milito, acquistato per 9,4 milioni dal Saragozza e rivenduto a 28 milioni ai meneghini, e del centrocampista italo-brasiliano Thiago Motta, arrivato nel capoluogo ligure per 127mila euro dal Portsmouth e ceduto sempre ai nerazzurri per 10,2 milioni, entrambe avvenute nel 2009. Ma anche quella che ha visto protagonista il difensore Andrea Ranocchia acquistato per 1,8 milioni dall’Arezzo e ceduto nel 2011 all’Inter per 18,5 milioni e quella dell’anno successivo relativa a Rodrigo Palacio che ha fruttato altri 8 milioni di plusvalenza.
Da Perin a Pellegri: vivaio e plusvalenze, ma non solo
Gli affari del Genoa di Preziosi non si limitano però soltanto alle milanesi. Tra le operazioni condotte da Enrico Preziosi che hanno portato maggiori plusvalenze al suo club troviamo infatti quelle che hanno condotto Thomas Rincon (preso a parametro zero e rivenduto a 8 milioni) e Mattia Perin (cresciuto nel settore giovanile e venduto per 12 milioni) alla Juventus, Andrea Bertolacci (acquistato per 1,1 milioni e ceduto a 17) alla Roma, Leonardo Pavoletti (da 3 a 18 milioni) al Napoli, Giovanni Simeone (da 5,5 a 15 milioni) alla Fiorentina e il giovanissimo Pietro Pellegri (prodotto del vivaio trasferitosi per 25 milioni) al Monaco, solo per citare le più importanti alle quali se ne aggiungono tantissime altre che seppur di entità minore messe insieme hanno permesso al Genoa di Preziosi di sopravvivere nonostante i continui rossi in bilancio.