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Cristiano Ronaldo alla Juventus perché al fantacalcio non è un affare

Cristiano Ronaldo alla Juventus è davvero un affare anche al fantacalcio? Il talento non è in discussione: siamo certi dominerebbe anche in serie A (pur con tattiche e difese meno allegre che in Liga) ma ci sono aspetti legati alla gestione del giocatore che, alla lunga, potrebbero determinare scompensi ai fantallenatori.
A cura di Mirko Cafaro
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Le indiscrezioni circa il possibile approdo di Cristiano Ronaldo alla Juventus, oltre a tenere con il fiato sospeso i tifosi bianconeri e il resto del movimento calcistico nostrano (per motivazioni diverse, qui le ultime notizie), hanno mandato in subbuglio anche il mondo del fantacalcio. Cosa comporterebbe il suo arrivo in serie A? A quanto verrebbe battuto all'asta? E soprattutto da quale quotazioni si partirebbe per un fenomeno capace di realizzare gol a grappoli?

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Tanti interrogativi a cui solo il tempo troverà soluzione. Oggi, però, vogliamo andare in controtendenza chiedendoci se davvero CR7 sarebbe un affare al fantacalcio. Non strabuzzate gli occhi: il suo talento non è in discussione e siamo certi che dominerebbe anche in serie A (sebbene tattica e difese qui da noi siano molto meno allegre che in Liga), vogliamo soffermarci però su aspetti legati alla gestione del giocatore che, alla lunga, potrebbero determinare scompensi in chiave fantacalcistica.

Problemi di budget

Da qualche giorno sta girando un tweet che è la perfetta sintesi dei possibili effetti collaterali legati alla scelta di puntare su CR7. Il post dice: "Sogno già la mia formazione al fantacalcio: Bardi; Lemos, Tomovic, Vicari; Poli, Gori, Krunic, Rincon; Caputo, Cristiano Ronaldo, Ceravolo". Tradotto: una volta investito tutto sul fenomeno, restano le briciole per gli altri 24 e la conseguenza neanche troppo remota di dover orientarsi solo su elementi di  terza fascia, o addirittura scommesse. Rischioso? Decisamente, soprattutto considerando quanto sotto.

Uomo Champions, discontinuo in campionato

In Liga ha segnato 26 gol in 27 partite: un rendimento altissimo, senza dubbio, ma messo insieme trovando il gol "solo" in 15 gare. Un andamento che ricorda quello di Ibrahimovic ai tempi di Inter e Milan: tante marcature multiple (specie con le piccole), qualche passaggio a vuoto e un po' di gestione dei minuti per arrivare fresco in Champions League. Sufficiente passare in rassegna la sua stagione per averne effettiva contezza. Tolte le prime 4 giornate per squalifica, è rimasto all'asciutto nelle successive tre da titolare segnando il primo gol solo all'ottava contro il Getafe. Quindi altri quattro digiuni consecutivi, tre dei quali contro le non irresistibili Eibar, Girona e Las Palmas, e il ritorno alla marcatura contro il Malaga.

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E via così in una continua altalena: 0 contro l'Athletic Bilbao, prima doppietta stagionale al Siviglia, ancora a secco con Barcellona (ko per 3-0), Celta Vigo e Villareal, quindi prima accelerazione a fine gennaio: doppietta al Deportivo La Coruna (ma gara finita 7-1), altri due gol al Valencia, nessuno al Levante, tre alla Real Sociedad e uno al Betis. A febbraio Zidane comincia anche a gestirlo in ottica Champions: non convocato col Leganes, due volte in gol con l'Alaves, ancora a casa contro l'Espanyol, ma otto centri nelle successive partite agevoli con Getafe (2), Eibar (2) e Girona (4 nel 6-3 finale). In coda sono più le gare trascorse in tribuna che in campo: non convocato a gare alterne e impiego ridotto con Atletico Madrid, Athletic Bilbao e Barcellona, contro le quali riesce comunque a trovare un gol per match, infine due partite saltate per infortunio e un centro in chiusura al Villareal.

Rischio turn-over

Collegato al punto precedente, c'è proprio l'aspetto riguardante le scelte tecniche che Massimiliano Allegri potrebbe essere chiamato a fare da un certo punto della stagione in poi. Quando, naturalmente, sarà la principale competizione europea ad attirare le maggiori attenzioni del club bianconero. Ronaldo non è più un ragazzino e sebbene sia una macchina da guerra e dimostri molto meno dell'età che ha, i suoi 33 anni e il rischio usura rappresentano più di un elemento che potrebbero spingere il tecnico della Juventus, come già prima di lui Zidane, a scegliere di risparmiarlo nelle pratiche alla portata.

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